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    Supercoppa Primavera, l'Atalanta strapazza 3-1 la Fiorentina e si conferma campione

    Supercoppa Primavera, l'Atalanta strapazza 3-1 la Fiorentina e si conferma campione

    • Marina Belotti, inviata
    La baby Atalanta di mister Brambilla trionfa tra le mura amiche di Bergamo contro la più piccola Fiorentina: finisce 3-1 la finale di Supercoppa Primavera ed è la seconda-consecutiva-alzata al cielo nella storia del club nerazzurro (che ha ripetuto,un anno dopo, l’impresa dell’ottobre 2019). E presto, scongelata da nebbia e freddo orobico che questa notte non sono mancati, verrà esposta nella bacheca di Zingonia. L’ha meritata l'Atalanta (che ci è arrivata da campione d’Italia 2019-2020, mentre la Fiorentina da vincitrice della Coppa Italia Primavera), che si è imposta sugli ospiti con qualità e possesso palla, credendoci un pizzico in più.

    CAPITAN CORTINOVIS- Le due squadre hanno così riaperto con onore le danze del calcio giovanile, che nel week-end ripartirà con la 7^ giornata del Campionato Primavera 1 dopo un digiuno lungo tre mesi. Che si tratti di un remake della finale di Supercoppa della scorsa edizione, lo si capisce perfino dalla pioggia che batte copiosa senza sosta e rende il campo pesante e scivoloso: è sempre la Dea a prendere in mano le redini del gioco e passare in vantaggio, ora come allora. Un anno fa ci pensò Piccoli, oggi allo Spezia, stasera il compito l’ha portato a termine capitan Alessandro Cortinovis, intuendo il bel cross a piovere di Ghislandi: il fuoriquota di talento classe 2002 innesca una palla al bacio per il 10 che, dopo un rimpallo di zucche, vede la sfera finire sulla punta del suo tacchetto e la spedisce alle spalle di Luci. 

    IL PARI DI AGOSTINELLI- L’arbitro lascia correre in diverse situazioni, ma la gara viaggia lenta, mancano i minuti nelle gambe e i tre mesi senza match si fanno sentire. Ma è quando il rinforzo in prestito dall’Atalanta dei grandi Matteo Ruggeri inizia a zoppicare vistosamente dopo un brutto colpo che la Viola se ne approfitta e pareggia i conti: sugli sviluppi di un corner da destra la confusione regna sovrana in area piccola, Cittadini nella mischia di batti e ribatti offre un rimpallo letale al valente Agostinelli che, cinico, batte sul tempo Gelmi.

    IN STAND-BY-
    Dalle Mura difende con le unghie e con i denti il pari rimediato sotto le mura e si risolvono in un nulla di fatto le triangolazioni tra Cortinovis e Gyabuua, osservati speciali da mister Gasperini in tribuna d’onore, mentre Munteanu tiene alto il ritmo scaldando Gelmi dimenticando però gli occhiali nello spogliatoio. Sussultano i Percassi al missile lanciato da fuori area dal capitano nerazzurro, ma la sfera non scende nel sette. La partita si accende, sale il ritmo e anche la conta dei falli, con i primi cartellini gialli sventolati da Zufferli. Krastev è abile a proteggere la porta dagli assalti di Vorlicky, che sfugge via a Pierozzi, mentre dall’altra parte sono Ghislandi e Kobacki a murare Munteanu, Spalluto e Bianco (l’unico che la maglia bianca non ha, infangata dai continui scontri).

    KOBACKI E VORLICKY- La baby Atalanta sembra succube delle ripartenze viola, ma è solo un abbaglio, perché presto si accende spegnendo Luci: timbra la porta due volte in 8’ e chiude anzitempo la gara. Prima il polacco Kobacki aggancia di mestiere il filtrante di Panada e si invola in area piccola dribblando magistralmente Krastev, con Dalle Mura che completa la corsa in rete del pallone. Poi è la volta del ceco Vorlicky: alla mezzora inventa un eurogol che fa bene agli occhi con un tiro tagliato e affilato. Poi la piccola Dea si siede, ma la Fiorentina, nonostante i tanti cambi, non si alza più e, 15 mesi dopo, non firma la sua vendetta sotto la stessa pioggia che si mischia alle lacrime di delusione della banda di Aquilani. 

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