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    Supercoppa alla Lazio, l'ha persa Sarri: sbaglia due volte, con il tridente e l'inutile Ramsey

    Supercoppa alla Lazio, l'ha persa Sarri: sbaglia due volte, con il tridente e l'inutile Ramsey

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Supercoppa l’ha vinta la Lazio (3-1 come in campionato), ma l’ha persa Maurizio Sarri, che d’ora in avanti, chiamerò l’equilibratore. Fino a quando la Juve è stata in campo con il tridente puro - ancorché con Higuain davvero impresentabile - non solo la partita era sull’1-1, ma aperta a qualunque soluzione tra cui il vantaggio dei bianconeri. Quando, invece, Sarri, al posto di Higuain, ha inserito l’inutile Ramsey - un acquisto sbagliato, come è stato sbagliato Rabiot - e la Juve è passata ad un tridente impuro, ovvero con il gallese al posto di Dybala - il quale, tra l’altro, ha continuato a sfiancarsi in copertura - la Juve prima ha preso il gol dell’1-2 e poi è stata trasformata in tridente con l’ingresso di Douglas Costa, la cui condizione è allarmante (se gioca si fa male, quando guarisce ha bisogno di un due mesi per essere credibile).

    Dunque, riassumendo: dal 4-3-1-2 (tridente puro con Higuain, Ronaldo e Dybala) al tridente impuro (4-3-1-2 con Ramsey, Dybala e Ronaldo), infine al 4-3-3 (con Douglas Costa, Ronaldo e Dybala). L’equilibratore, dunque, si è tradito due volte. La prima quando ha messo in campo il trio senza crederci troppo. La seconda quando, una volta in svantaggio, è passato al tridente della disperazione. Sarri, evidentemente, non era in giornata. Intanto perché, sempre per via dell’equilibrio, ha scelto il mediocre De Sciglio, basso a destra, invece di Cuadrado, più vivo, più riposato e più attaccante. De Sciglio è costato il primo gol alla Juventus, visto che Lulic l’ha propiziato con un cross, dopo aver saltato, in frenata il terzino bianconero: sul cross da sinistra, Milinkovic Savic ha appoggiato per il tocco d’interno piede destro di Luis Alberto che ha insaccato.

    Era appena il 16’ e c’era tutto il tempo di rimediare, anche se la squadra ne ha patito sia in difesa (uniche eccezioni Demiral che, al contrario delle mie previsioni, è stato impeccabile e Szczesny che ha parato il parabile), sia a centrocampo, dove Pjanic ha giocato al piccolo trotto e sbagliando molti passaggi. Ci si aspettava tanto di più da Bentancur ma, nonostante la sua origine uruguaiana, è parso un pesce freddo, tanti tocchetti, nessuno spunto illuminante, un passaggio intercettato (era destinato a Ronaldo) in una possibile ripartenza, un’espulsione (a tempo scaduto) per due cartellini gialli, dei quali il primo assolutamente gratuito (fallo a centrocampo per intervento a forbice). Matuidi, anche lui ammonito dopo pochi minuti per un intervento con il piede a martello su Luis Alberto, ha giocato condizionato, anche se, per essere tra quelli stanchissimi, come li aveva definiti Sarri, ha corso più di tutti.

    La Juve ha pareggiato al 45’ del primo tempo, dopo che Correa (37’) era stato fermato da un intervento straordinario di Szczesny su errore di Alex Sandro, con un tocco di Dybala su difettosa parata di Strakosha. Il tiro è stato di Cristiano Ronaldo, il più in palla e, dunque, il più pericoloso tra quelli davanti. Non pochi, a quel punto, hanno pensato che si riproponesse la partita dell’Olimpico ( la Lazio aveva pareggiato allo scadere) con esiti invertiti. Sarri l’equilibratore ha fatto un cambio giusto (Cuadrado per De Sciglio), ma tardivo (55’, anziché all’intervallo). E, a dispetto della mia definizione, ha giocato per undici minuti (dal 55’ al 66’) con il tridente puro, più tre centrocampisti, più due esterni bassi (Cuadrado e Alex Sandro) che attaccavano. Invece di insistere, anche perché era una finale e perché le finali quelli come Sarri vogliono vincerle giocando, si è preoccupato di sostituire Higuain (giusto) con Ramsey (sbagliato). Meglio sarebbe stato Douglas Costa per restare assai prossimi al tridente puro o a quello di un 4-3-3. Così, mentre la Juve diventava lenta e prevedibile, la Lazio si chiudeva per ripartire in contropiede e sfruttare calci d’angolo (Correa di testa, fuori) o sempre situazioni da gioco aereo. Il bello è che Simone Inzaghi l’ha fatto togliendo due uomini fondamentali anche se ammoniti  (Lucas Leiva per Cataldi e Luis Alberto per Parolo) che, in teoria avrebbero diminuire la spinta e abbassare la linea. 

    Invece il gol del 2-1, praticamente decisivo, è venuto da un cross da destra, allungato proprio da Parolo dentro l’area e chiuso con un colpo al volo di Lulic, di gran lunga il migliore in campo. Con il 4-3-3 la Juve più che iniziative ha creato confusione e le due occasioni collezionate (Dybala su cross di Alex Sandro e Bonucci su punizione di Dybala, entrambe da colpi di testa) sono parse casuali, non ragionate. Sull’ultima punizione dal limite dell’area della Lazio (fallo di Milinkovic Savic su Cuadrado), Dybala ha centrato una munitissima barriera facendo scattare, a recupero scaduto, il contropiede laziale. Prima Szczesny ha salvato su Correa, poi Bentancur ha fatto fallo da dietro (espulso). La punizione l’ha battuta Cataldi e l’ha messa sotto la traversa. Tripudio, delirio, osanna biancocelesti. La Juve ha due sindromi: quella di Maurizio l’equilibratore e quello di una Lazio che la batte sempre



    IL TABELLINO

    Juventus-Lazio 1-3

    Marcatori: p.t. 17' Luis Alberto (L), 46' Dybala (J); s.t. 28' Lulic (L), 49' Cataldi (L).

    Assist: p.t. 17' Milinkovic Savic (L); s.t. 28' Parolo (L).

    Juventus (4-3-1-2): Szczesny; De Sciglio (10' s.t. Cuadrado), Demiral, Bonucci, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi (31' s.t. Douglas Costa); Dybala; Higuain (21' s.t. Ramsey), Ronaldo. A disp. Buffon, Pinsoglio, De Ligt, Danilo, Pjaca, Emre Can, Rugani, Rabiot, Bernardeschi. All. Sarri.

    Lazio (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic Savic, Leiva (19' s.t. Cataldi), Luis Alberto (21' s.t. Parolo), Lulic; Correa, Immobile (37' s.t. Caicedo). A disp. Guerrieri, Proto, Patric, Berisha, Bastos, Jony, Anderson, Adekanye, Marusic. All. Inzaghi.

    Arbitro: Calvarese di Teramo.

    Espulso: s.t. 48' Bentancur (J) per somma di ammonizioni.

    Ammoniti: p.t. 34' Leiva (L); s.t. 3' Bentancur (J), 13' Luis Alberto (L), 47' Cataldi (L).

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