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    Il confronto con Kessie e Milinkovic: Loftus-Cheek può essere la svolta del Milan

    Il confronto con Kessie e Milinkovic: Loftus-Cheek può essere la svolta del Milan

    • Andrea Distaso
    La svolta tattica che può imprimere una virata decisa alla stagione e forse anche alla carriera di un giocatore che, nel silenzio generale, potrebbe essere tutto ciò di cui il Milan ha bisogno - e avrebbe avuto in passato - per essere competitivo fino in fondo in ogni competizione. La prestazione da urlo contro il Paris Saint-Germain, con numeri che gli hanno permesso di spiccare su qualsiasi altro calciatore in campo martedì sera a San Siro - ha chiarito quanto la presenza di Loftus-Cheek sia oggi fondamentale nel sistema di gioco di Stefano Pioli. Tanto da riportare l’allenatore rossonero su una rotta che in passato ha dato parecchie soddisfazioni: l’utilizzo di un 4-2-3-1 con un centrocampista in posizione più avanzata rispetto agli altri, capace allo stesso tempo di fungere da guastatore per le difese avversarie e da equilibratore per favorire il lavoro dei compagni di reparto. Il Lecce, prossimo ostacolo sulla strada del Milan, non è squadra ovviamente dalla pericolosità offensiva e dalla caratura tecnica del PSG, ma l’impressione è che la chiave tattica risultata vincente in Champions si sia meritata un’altra opportunità.

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    UN PO' KESSIE, UN PO' MILINKOVIC - Al netto di quei problemi fisici che ne hanno molto condizionato la continuità di rendimento nel periodo londinese - e di affermarsi come un titolare fisso al Chelsea - Loftus-Cheek aveva chiarito già in occasione della sua conferenza stampa di presentazione la posizione nella quale avrebbe sperato di esprimersi per far valere tutto il suo potenziale (motivo per il quale la corte del Milan risultò decisiva col senno di poi): mezz’ala con compiti prettamente offensivi e con la licenza necessaria di sfruttare il suo atletismo e la semplicità di corsa per scatenarsi nelle metà campo rivali. Pioli ha avuto bisogno di più tempo del previsto per individuare i giusti equilibri ed automatismi nel reparto da sempre più delicato, ma dopo una lunga attesa sembra avere finalmente tra le mani un calciatore come in passato era stato Kessie - uomo decisivo nella corsa scudetto del 2022 - e come in Serie A, per certi versi, ha saputo essere nelle sue 8 stagioni alla Lazio Milinkovic-Savic. Più tecnico, più goleador e più determinante negli ultimi 16 metri sia di Loftus-Cheek che dell’ivoriano nella sua carriera, ma con statistiche non troppo dissimili su altri aspetti altrettanto importanti.

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    TRASCINANTI - Il serbo e Kessie sono calciatori che si sono contraddistinti in quella posizione per la loro capacità di far risalire diversi metri di campo alle rispettive squadre: l’interpretazione sino ad oggi più prudente del ruolo di Loftus-Cheek - figlio del 4-3-3 utilizzato fino alla magica notte contro Mbappé e compagni - gli ha impedito di avvicinare le medie rispettivamente di 749,1 yards completate in media dai suoi passaggi (di cui 207,5 nella metà campo avversaria) dell’ex calciatore della Lazio ogni 90’ e di 752,7 (di cui 191,7 nella porzione di campo rivale) ogni 90’ del giocatore trasferitosi in Arabia dopo la deludente parentesi al Barcellona. Risulta quindi molto interessante il confronto tra questi tre calciatori in merito ai possessi e ai passaggi progressivi effettuati e ricevuti, quelli che permettono alle loro squadre di aumentare il loro indice di pericolosità: 4,60 possessi progressive ogni 90’, 4,20 passaggi progressivi completati ogni 90’ e 7,40 ricevuti ogni 90’ per Loftus-Cheek (sempre considerando le sole 8 partite giocate in Serie A e la recentissima trasformazione tattica), contro gli 1.97 possessi progressivi ogni 90’, i 6.26 passaggi progressivi completati ogni 90’ e i 5.11 ricevuti ogni 90’ di Milinkovic-Savic e contro gli 1,96 possessi progressivi ogni 90’, i 5,34 passaggi completati ogni 90’ e 3,50 ricevuti ogni 90’ di Kessie.

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    POTENZIALE INESPLORATO - Il nuovo centrocampista del Milan emerge anche in un altro fondamentale strategico per creare la tanto invocata superiorità numerica: ogni 90’ tenta 2,40 uno contro uno e ne porta a termine 1,20, rispetto ai 2.17 uno contro uno affrontati ogni 90’ e 1,28 riuscito ogni 90’ di Milinkovic e gli 1,68 uno contro uno ogni 90’, di cui 1,19 riusciti di Kessie. Dove Pioli si attende segnali di miglioramento, fondamentali per aumentare il potenziale offensivo di una squadra che tuttora dipende troppo da Leao e Giroud in termini di produzione di reti è questo dato: sfruttando la sua grande abilità nel gioco aereo e gli ottimi tempi di inserimento, l’ex laziale arrivava a calciare 2,37 volte per partita, mentre i numeri di Loftus-Cheek (1,59 conclusione tentate) e Kessie (1,38 di media) sono più da mediano di inserimento. Un salto di qualità necessaria per completare del tutto la mutazione tattica di un nuovo Milan, che riscopre se stesso e caratteristiche andate perdute nelle ultime finestre di mercato per tornare quello capace di sorprendere tutti. In Italia come in Europa.

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