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Sul caso del contratto di Messi la stampa argentina si scopre complottista
Sulla stessa lunghezza d'onda il quotidiano d'informazione Clarín, che parla di una “guerra sporca che lo allontana sempre di più dal Barcellona". L'incipit dell'articolo ospitato dal sito web del quotidiano, riferito al gran gol su calcio di punizione contro l'Athlétic Bilbao, insiste sull'argomento portato avanti da Olé: Messi vale tutto ciò che gli viene pagato, dovesse anche costare il dissesto del Barça. Le parole sono schiette, per quanto confezionate nella forma dell'interrogativo a risposta scontata: “Quanto vale questo gol su calcio di punizione? Che prezzo ha questo mancino sensibile che accarezza il pallone e lo fa viaggiare verso l'angolo alla sinistra di Unai Simón? Vale Lionel Messi ciascun euro che si paga per il suo calcio?”. Sottinteso che la risposta sia affermativa.
La Nación si spinge oltre tutti e ipotizza nomi e cognomi di chi potrebbe essere il responsabile della 'filtración”. Il principale sospettato è Josep Maria Bartomeu, l'ex presidente che proprio in conseguenza del conflitto con Messi della scorsa estate ha dovuto dimettersi. Ma non viene trascurata l'ipotesi che porta a Carles Javier Tusquets, l'uomo di Silvio Berlusconi in Spagna (è il presidente di Banco Mediolanum), che dopo l'uscita di Bartomeu ha assunto la presidenza ad interim del club per guidarlo verso le prossime elezioni. A inizio dicembre Tusquets dichiarò, nel corso di una diretta radiofonica, che molto meglio il Barça avrebbe fatto a lasciar andare via Messi in estate, causa insostenibilità del suo contratto. Anche il sito di giornalismo investigativo Infobae ha preferito soffermarsi sul contesto in cui sono maturate le rivelazioni (guerre intestine al Barça in vista del voto) piuttosto che commentare le cifre. Che evidentemente dall'altra parte dell'oceano sono un dettaglio marginale. Più importante difendere l'onore dell'idolo nazionale.
@Pippoevai