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Sturaro regista: merita fiducia, è l’uomo delle occasioni improvvise
Ma la storia di Stefano Sturaro da San Remo è piena di occasioni prese al volo, di chance impreviste e di un ruolo da inatteso protagonista. Ne sa qualcosa Massimiliano Allegri che, seppur da mezzala sinistra (il suo ruolo naturale), lo lanciò nella semifinale Champions contro il Real Madrid il maggio scorso con appena una manciata di minuti europei in carriera. Ne ebbe in cambio una partita maiuscola e l’impressione condivisa da molti che fosse nato un nuovo Gattuso, o almeno così lo definì entusiasta L’Equipe. Cresciuto vicino al mare con la passione per animali e piante, con tanto di studi di agraria mai terminati, Sturaro trova in Ivan Juric all’epoca tecnico delle giovanili del Genoa il primo tecnico deciso a scommettere su di lui, plasmando le sue capacità in buona parte delle posizioni del centrocampo. Stefano è un ragazzo taciturno, legato alla famiglia e al fratello che a sua volta ha provato la carriera di calciatore. Fatica a digerire la pur breve distanza tra la sua San Remo e Genova e un paio di volte lo devono recuperare dopo un tentativo di fuga per tornare a casa. In mezzo un crescendo di prestazioni, i primi trofei con il Genoa Primavera (supercoppa 2010) ma anche una malformazione all’osso della tibia che gli crea dolori continui. La soluzione arriverà dopo due interventi e un anno di stop guardando gli altri correre appoggiato su un paio di stampelle. In quel momento cresce la foga agonistica che verrà, l’energia piena di un centrocampista che studia da tuttofare prima nel prestito al Modena in B, poi di nuovo la sua Liguria e il Genoa. Qui un altro passaggio imprevisto, Gasperini lo getta nella mischia nello scetticismo generale, la ruota gira, si infortuna il titolare del ruolo Matuzalem. Sturaro in un girone di ritorno di ottimo livello si prende spazio e occhi addosso importanti.
Sono quelli della Juventus che per quasi 9 milioni lo acquista, lo osserva crescere per un semestre e lo porta a Torino con sei mesi di anticipo. Bruciare le tappe, alzare la mano quando gli altri si guardano intorno spaesati sta diventando la specialità della casa. In tre mesi arrivano debutto con i bianconeri in campionato e nella magica notte Champions contro il Real, i primi trofei e le prime delusioni come l’Europeo Under 21 dello scorso anno, terminato subito ai gironi e segnato da una sua espulsione con relativa maxi squalifica. Sturaro il pedalatore che rigetta i paragoni e senza eccessi social si ritrova a fare i conti con una pressione, che non sia quella del campo, la gestisce a modo suo: "Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto, ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani" il messaggio al vetriolo con cui risponderà alle critiche. A ridargli equilibrio la fidanzata piemontese Federica, la pesca e le partite di Nfl in tv. "Al Superbowl del 2013 sono rimasto molto colpito da Payton Manning, dalla sua leadership, a tratti mi ha ricordato Pirlo” ha raccontato una volta. Con la Germania in un centrocampo privo di riferimenti centrali andrebbe bene anche un quarterback riadattato. Sturaro intende provarci mentre sulla copertina del suo profilo twitter campeggia una foto in maglia azzurra, Chiellini abbraccia De Rossi che gli si fa incontro con il braccio proteso un po’ per abbracciarlo, un po’ come a passargli il testimone. Chissà che Sturaro, l’uomo delle occasioni improvvise, stavolta non avesse previsto tutto con largo anticipo…