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Stupro di Siena, la ragazza: 'Ero sola con Portanova, poi sono arrivati gli altri. Io non volevo'. E spunta l'ipotesi di foto e video
Una situazione ancora tutta da chiarire in ogni dettaglio e che, al momento, ha portato agli arresti domiciliari tre persone - tra cui il calciatore del Genoa Manolo Portanova - e alla denuncia a piede libero nei confronti di un di un 17enne, con l'accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza, a Siena. Mercoledì prossimo, il Tribunale della città toscana dovrà pronunciarsi anche sulla posizione di Alessio Langella e Alessandro Cappiello, protagonisti dell'inchiesta condotta dal pm Nicola Marini.
LE VERSIONI - Divergono completamente le ricostruzioni fatte dagli imputati, dalla vittima dello stupro e dall'amica che l'aveva accompagnata a una festa in un'abitazione privata: "Eravamo io e Manolo, poi ho sentito aprire la porta e avvertito delle presenze nella stanza. Ho acceso la luce e me li sono trovati davanti, erano nudi. Ho cercato di scacciarli ma loro mi hanno bloccato e hanno spento la luce. Vedevo dei flash, scattavano foto e facevano video", racconta la ragazza a proposito di quella notte, come appare nei verbali dell'interrogatorio di cui l'edizione fiorentina di Repubblica è entrata in possesso. Una versione dei fatti prontamente rintuzzata dagli accusati, che riferiscono che la presunta vittima fosse consenziente e che sarebbe stata lei a chiedere di filmare il rapporto.
ELEMENTI DIVERGENTI - Una situazione estremamente delicata e nebuolosa, considerando che agli atti dell'inchiesta - al vaglio del gip Jacopo Rocchi - figurano elementi che vanno in direzione assolutamente opposta: dal messaggio di uno degli indagati ("Hai ancora voglia?"), definito "beffardo" dal gip, al vocale inviato dalla ragazza a un parente e nel quale riferisce di aver partecipato a un'orgia. A questo si unisce poi la deposizione dell'amica della vittima che, dopo averla lasciata sola per qualche minuto per appartarsi col suo fidanzato, racconta di aver trovato diversa l'amica una volta rientrata nella stanza: "Ho capito che era successo qualcosa e ho aspettato che fossimo sole per parlarle". Nel giorno successivo alla festa, la giovane si reca in Pronto Soccorso e scatta il ricovero in "codice rosa", venendole riscontrate ecchimosi al coccige e alla schiena per una prognosi di 10 giorni.
PORTANOVA DAL GIP - Dal letto dell'ospedale, invia una foto alle sue amiche più care - spiegandole che non avrebbe potuto seguire la lezione con loro - che alla fine la convincono a recarsi in Questura per sporgere denuncia. Sulla base dei riscontri fatti in un primo momento, il gip ritiene che gli indagati possano reiterare il reato e dispone dunque l'arresto ai domiciliari l'8 giugno scorso, vietando anche alcuna forma di comunicazione tra di loro per impedire che possano concordare una versione sui fatti. Lunedì prossimo, sarà proprio Manolo Portanova il primo ad essere ascoltato dal dott. Rocchi, la cui posizione - insieme a quella degli altri soggetti coinvolti - rischia di aggravarsi qualora si trovassero dei riscontri sui filmati effettuati durante il rapporto di gruppo, contro la volontà della ragazza, e dunque arrivando a ipotizzare la premeditazione e "l'insensibilità verso la donna posta in essere e l’animalesco bagaglio di strumenti usati contro di lei mentre la tenevano ferma a letto".
LE VERSIONI - Divergono completamente le ricostruzioni fatte dagli imputati, dalla vittima dello stupro e dall'amica che l'aveva accompagnata a una festa in un'abitazione privata: "Eravamo io e Manolo, poi ho sentito aprire la porta e avvertito delle presenze nella stanza. Ho acceso la luce e me li sono trovati davanti, erano nudi. Ho cercato di scacciarli ma loro mi hanno bloccato e hanno spento la luce. Vedevo dei flash, scattavano foto e facevano video", racconta la ragazza a proposito di quella notte, come appare nei verbali dell'interrogatorio di cui l'edizione fiorentina di Repubblica è entrata in possesso. Una versione dei fatti prontamente rintuzzata dagli accusati, che riferiscono che la presunta vittima fosse consenziente e che sarebbe stata lei a chiedere di filmare il rapporto.
ELEMENTI DIVERGENTI - Una situazione estremamente delicata e nebuolosa, considerando che agli atti dell'inchiesta - al vaglio del gip Jacopo Rocchi - figurano elementi che vanno in direzione assolutamente opposta: dal messaggio di uno degli indagati ("Hai ancora voglia?"), definito "beffardo" dal gip, al vocale inviato dalla ragazza a un parente e nel quale riferisce di aver partecipato a un'orgia. A questo si unisce poi la deposizione dell'amica della vittima che, dopo averla lasciata sola per qualche minuto per appartarsi col suo fidanzato, racconta di aver trovato diversa l'amica una volta rientrata nella stanza: "Ho capito che era successo qualcosa e ho aspettato che fossimo sole per parlarle". Nel giorno successivo alla festa, la giovane si reca in Pronto Soccorso e scatta il ricovero in "codice rosa", venendole riscontrate ecchimosi al coccige e alla schiena per una prognosi di 10 giorni.
PORTANOVA DAL GIP - Dal letto dell'ospedale, invia una foto alle sue amiche più care - spiegandole che non avrebbe potuto seguire la lezione con loro - che alla fine la convincono a recarsi in Questura per sporgere denuncia. Sulla base dei riscontri fatti in un primo momento, il gip ritiene che gli indagati possano reiterare il reato e dispone dunque l'arresto ai domiciliari l'8 giugno scorso, vietando anche alcuna forma di comunicazione tra di loro per impedire che possano concordare una versione sui fatti. Lunedì prossimo, sarà proprio Manolo Portanova il primo ad essere ascoltato dal dott. Rocchi, la cui posizione - insieme a quella degli altri soggetti coinvolti - rischia di aggravarsi qualora si trovassero dei riscontri sui filmati effettuati durante il rapporto di gruppo, contro la volontà della ragazza, e dunque arrivando a ipotizzare la premeditazione e "l'insensibilità verso la donna posta in essere e l’animalesco bagaglio di strumenti usati contro di lei mentre la tenevano ferma a letto".