Studia Riquelme all'Argentinos Juniors e piace all'Udinese, ecco bomber Rinaldi
LA CONSACRAZIONE - Dopo un inizio altalenante, con Claudio Borghi allenatore, lo scorso 25 ottobre la squadra è stata affidata a Nestor Gorosito. Grazie a Pipo, alla terza volta in carriera sulla panchina dell'Argentinos, la stagione comincia a svoltare. Dopo una sconfitta all'esordio, arrivano tre vittorie consecutive che permettono alle Bichos Colorados (formiche colorate) di salire al quinto posto del gruppo A, l'ultimo valido per la promozione in massima serie. Tre vittorie nel segno di Gorosito, ma soprattuto di un giovane attaccante. Boca Unidos, Guaranì Antonio Franco e Colon si sono dovute inchinare a Lautaro Rinaldi, in gol in tutti questi match. E' lui l'ultimo prodotto dell'accademia dell'Argentinos Juniors, detto anche El Semillero (il semenzaio) per essere uno dei vivai più floridi d'Argentina. Qui sono cresciuti Diego Armando Maradona, Fernando Redondo e anche Juan Roman Riquelme.
A LEZIONE CON ROMAN - Proprio El Mudo, all'inizio di questa stagione, è tornato a indossare i colori dell'Argentinos Juniors dopo più di vent'anni. Roman non ha perso tempo e si è fatto subito sentire. Tre gol e tanti assist. Tre gol come Rinaldi. La punta, classe 1993, è solo alla sua prima stagione da professionista. Dopo un mese dal debutto, è arrivata anche la prima rete. In patria, qualcuno lo chiama El Tanque, ma la fisicità non è di certo la sua qualità migliore. Bravo a giocare spalle alla porta, intelligente nei movimenti e freddo sotto porta: l'indentikit dell'attaccante moderno. Non ha paura di tentare la giocata difficile, ma capisce anche quando è il momento di mettersi a disposizione dei compagni. Oltre ai tre gol consecutivi, nelle ultime tre gare sono arrivati anche due passaggi decisivi. Del resto, quando è Riquelme il maestro degli assist, non si può fare altro che imparare in poco tempo. In Europa si sono già accorti di lui. Il Manchester United lo segue con attenzione, ma anche l'Udinese lo ha messo nel mirino. Quando si tratta di giovani promettenti, i friulani sono sempre in prima fila. Se si parla poi del "semenzaio di campioni", la questione diventa ancora più interessante.