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    Stramaccioni: da San Siro a Teheran, ma un interista è per sempre

    Stramaccioni: da San Siro a Teheran, ma un interista è per sempre

    • Francesco Bevilacqua
    La vittoria con l'Inter Primavera alla Next Gen del 2012, la prima versione dell'attuale Youth League, aveva proiettato Andrea Stramaccioni tra gli allenatori più promettenti del nostro calcio. Per primo, come in quasi tutte le storie di calcio dal 2006 al 2012, lo aveva capito Massimo Moratti che dopo averlo osservato a lungo, talvolta mettendosi dietro l'area tecnica ad ascoltare i discorsi durante la partita, gli consegnò le chiavi della panchina della prima squadra facendolo subentrare a Claudio Ranieri.

    STRAMALA - A trentasette anni Stramaccioni dimostra di essere quello che i tifosi hanno sempre cercato dopo Mourinho: un trascinatore. "Strama" è il primo e l'ultimo allenatore dopo il portoghese ad aver sposato la causa interista incarnandone i valori con un atteggiamento certamente non supportato da un cammino vincente ma convincente nell'orgoglio e nell'entusiasmo. Se si potesse esprimere in pixel quella stagione, terminata con il nono posto che costò l'esonero all'allenatore romano, si ritrarrebbe la sua esultanza sotto la curva ospiti allo Juventus Stadium dopo il 1-3 in rimonta; tanto basta per guadagnarsi la stima di una tifoseria che lo rimpiange come rimpiange un leader carismatico, specchio del bisogno di un condottiero che in casa Inter, dalla panchina agli spalti, manca da tempo.

    UDINE - Dopo un anno sabbatico, accetta assieme a Stankovic l'offerta dell'Udinese per una prospettiva di rilancio che non sfrutta: arriva un sedicesimo posto e Colantuono, a sostituirlo. Non ha più fortuna nelle ultime due avventure in carriera, prima in Grecia con il Panathinaikos, poi in Repubblica Ceca, alla guida dello Sparta Praga.

    FUTURO - In questi giorni la telefonata dall'Iran dell'Esteghal FC; squadra di Teheran che milita nella massima serie iraniana: periferia della periferia del calcio che conta. Difficile, a questo punto immaginare un riscatto da così lontano, com'è altrettanto difficile togliere dalla mente degli interisti quel ritratto sotto la curva di quella rimonta allo Stadium. E chissà se si rivedranno.

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