Stramaccioni, buona la prima: il Ragazzo Prodigio dell'Inter merita di avere fortuna
Se la prima impressione è quella che conta, Andrea Stramaccioni non è partito bene alla guida dell'Inter. E' partito benissimo.
Idee chiare, linguaggio appropriato, umiltà coniugata alla franchezza, evidenti capacità comunicative, entusiasmo genuino come genuina è la felicità di essere da oggi dov'è: il tecnico della squadra di Moratti, il più giovane della serie A, il Ragazzo Prodigio che in sei mesi ha stregato il presidente e la società, una delle più famose società del mondo che, nell'arco delle sette stagioni precedenti l'attuale ha conquista 15 trofei, fra nazionali e internazionali, diventando campione d'Europa e del mondo.
Ora l'Inter è in crisi e, per uscirne, ha scelto l'ex allievo di Bruno Conti che venera Sacchi e ammira Spalletti.
Stramaccioni è consapevole come questa sia un'occasione eccezionale: per se stesso e per l'Inter, spinta ad una scelta rivoluzionaria dopo 22 mesi di patimenti e di vana ricerca del clone di Mourinho.
Stramaccioni non è né il nuovo Mou né l'anti-Mou nè un surrogato di Mou: semplicemente, è Stramaccioni. L'insistenza sul concetto di gioco di squadra, l'omaggio al valore assoluto dei Veterani del Triplete, la cultura del lavoro quotidiano, l'importanza di essere giovani dentro come lo è il fenomenale Zanetti il quale ha tre anni più del suo nuovo allenatore, così come Castellazzi, Orlandoni e Cordoba sono più vecchi di lui.
Il tempo e il campo diranno se la scelta di Moratti sarà stata felice. Ma, in un Paese per vecchi, anche nel calcio governato da una classe dirigente bacucca e conservatrice, benvenuto ad Andrea Stramaccioni. Merita ogni fortuna.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com