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    Stramaccioni come Mourinho? 'Non sono nessuno'

    Stramaccioni come Mourinho? 'Non sono nessuno'

    Intervenuto telefonicamente nella trasmissione radiofonica "Radio Anch'io Lo Sport", Andrea Stramaccioni torna a parlare della vittoria dell'Inter di ieri sera nel derby contro il Milan: "È un bel risveglio, questo di certo, ma lo è ancora di più sapendo di aver giocato in condizioni difficili. Disputare tutto il secondo tempo in dieci ci ha costretto a tirare fuori delle capacità e delle doti diverse che hanno messo a dura prova l'Inter e che alla fine ci fanno ben sperare per il futuro perchè c'è tanto da lavorare, ma questo è un vantaggio anche caratteriale in un momento in cui avevamo peccato un po' in questo periodo. Se sono vittorie che valgono doppio? Sarebbe tale se avessimo vinto normalmente, ma quella di ieri direi che vale il triplo perchè siamo rimasti in dieci abbiamo resistito all'urto finale del Milan, a mio parere, anche soffrendo meno di quanto avremmo dovuto".


    "Lavoratore e intelligente come Mourinho" lo ha detto ieri sera il presidente Moratti a proposito di Stramaccioni che commenta a proposito: "Le parole del presidente mi riempiono di orgoglio. Io posso dire che il paragone mi fa sorridere perchè io non sono nessuno, mentre Mourinho ha vinto ovunque".

    Un'Inter dai tanti volti: "Adesso abbiamo trovato il sistema con il quale coprire meglio il campo, che è quello con tre difensori, poi davanti potremo variare, ma l'assetto credo che sarà questo che ci dà più equilibrio di squadra. Poi è normale che avendo la fortuna di avere 24, 25 giocatori di livello si potrà cambiare anche in funzione del doppio impegno, che ti costringe a scelte particolari cercando di trovare la giusta quadratura in quel momento".

    Nessun bisogno di sfatare la leggenda del 'giovanotto' perchè quello di Stramaccioni, nonostante i suoi 36 anni, è un curriculum già ben avviato: "È normale che un allenatore giovane come me, che non ha avuto la fortuna di giocare in serie A, cerchi come una spugna di apprendere da tutte le persone che ha avuto la fortuna di incontrare sul proprio cammino. Ulivieri, Bruno Conti, Spalletti, dovunque sono stato ho sempre cercato di imparare, di rubare con gli occhi. Elaborando poi il tutto perchè ogni idea è convincente e vincente solo se propriamente tua e si cerca di trasmetterla ai propri giocatori in quanto tale. Io in questo momento mi ritengo fortunato perchè ho destato l'attenzione di un club come l'Inter, a livello giovanile prima, poi il presidente Moratti seguendo la Primavera ha avuto questa intuizione e io ogni giorno lavoro per ripagarlo sul campo. Adesso è un momento felice, ma io rimango con i piedi per terra perchè questa squadra ha ancora tanto da lavorare".

    Non solo calcio, ma anche del suo rapporto con le persone, parla Stramaccioni: "Quando si ha la fortuna di allenare un club come l'Inter si lavora a 360 gradi. Forse non tutti lo sanno, ma nella sconfitta con il Siena, una sconfitta contro l'ultima squadra in classifica, i tifosi mi hanno dedicato uno striscione che hanno tenuto esposto per tutto il secondo tempo facendomi capire che erano con noi. Questo mi ha molto colpito perchè io non ho ancora fatto nulla per l'Inter, quindi è stata una fiducia basata forse solo sul rapporto diretto che ho sempre cercato di creare. Vincere questo derby è stato per me un piccolo modo per cominciare a ripagare questa fiducia che mi è stata data in maniera anticipata".

    Un ascoltare chiede poi a Stramaccioni un commento sullo stato di forma e la mobilità di Fredy Guarin: "È una risorsa importante, un investimento pienamente azzeccato, ha grande forza e qualità. Non è assolutamente in sovrappeso, ma la sua è una massa muscolare straripante, che gli dà potenza e che negli spazi stretti può apparire macchinosa, ma è la sua costituzione naturale".

    Come faccia un ragazzo di 36 anni a gestire nel migliore dei modi uno spogliatoio importante come quello nerazzurro, è lo stesso Stramaccioni a spiegarlo: "Nessun segreto. Nell'unico giorno che ha preceduto il mio incarico in prima squadra ho provato a pensare quale fosse l'approccio migliore, ma non mi è venuta nessuna idea migliore di quella dell'essere me stesso e di cercare di fare capire ai calciatori che ero un ragazzo semplice e diretto. Per il resto, loro mi hanno aiutato tantissimo e se oggi l'Inter è così unita è grazie alla professionalità di questi giocatori, che sono prima che grandi calciatori, dei grandi uomini".

    Stramaccioni è sul treno, direzione Coverciano, viene spontaneo parlare del ritorno di Andrea Ranocchia in Nazionale: "Quanto c'è di mio in questo? Nulla, c'è molto di suo. Quando scherzo con lui, gli ricordo che io ero lo stesso che lo non faceva giocare l'anno scorso e che quest'anno mi ha mandato il fratello bravo a giocare...(ndr, sorride)".

    Chiudendo con una risata, come non parlare della felicità vista ieri in Antonio Cassano al fischio finale: "Non mi lasciava più, mi ha fatto venire un'ernia..".


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