STORIE DI CM: Leonardo all'Inter: 'A Christmas Story'
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Retroscena, incontri, trattative, curiosità. Il calciomercato è il nostro pane quotidiano e non ci stanchiamo mai di raccontarvi, giorno dopo giorno, tutta l'attualità di ciò che sta succedendo e succederà in sede di mercato. CM.Com ha però deciso anche di rituffarsi nel passato, ripercorrendo e approfondendo quegli affari che hanno segnato gli anni recenti del nostro mondo.
LA SCELTA ESTIVA: VIA MOURINHO, DENTRO BENITEZ
Il post Mourinho in casa Inter si chiama Rafa Benitez: giugno 2010, Josè lascia in bacheca due scudetti e un Triplete che passerà alla storia; Moratti sceglie lo spagnolo per gestire un'eredità pesante. Pesantissima. E infatti quell'Inter che un mese prima festeggiava Champions League, scudetto e Coppa Italia si sgretola. Lo vedremo più avanti, perché in realtà Moratti era convinto di aver centrato un altro colpo in panchina: profilo internazionale, curriculum pieno di coppe con tanto di Champions League conquistata con il Liverpool. In Inghilterra ha lasciato cuore e trofei: "Non avrei mai immaginato che qualcuno nato a migliaia di chilometri di distanza possa stare nel cuore a tal punto".
RETROSCENA: LE BUSTE DELLA SPESA
Per spiegare la figura di Rafa Benitez nello spogliatoio dell'Inter bisogna tornare a dicembre 2010, quando l'Inter ad Abu Dhabi vince 3-0 col Mazembe e conquista il Mondiale per Club. I riflettori sono puntati sull'esultanza di Samuel Eto'o dopo il terzo gol (di Pandev e Biabiany i primi due): l'ex attaccante ha festeggiato come se avesse avuto delle buste della spesa tra le mani, per qualcuno quel gesto era uno sfottò diretto a Benitez. Il camerunense successivamente smentì che fosse un messaggio polemico verso l'allenatore, ma il feeling tra il tecnico spagnolo e i giocatori nerazzurri non era mai scattato davvero.
L'ESONERO DI BENITEZ
L'avventura di Benitez all'Inter non decolla: quella squadra che un mese prima aveva vinto tutto il possibile non gira più: Eto'o non ha benzina per fare l'esterno, Biabiany e Coutinho non sono pronti e Sneijder ha perso il guizzo. Il 2010 dell'Inter si chiude con il ko in casa della Lazio e i -10 dal Milan capolista. Moratti storce il naso, soprattutto ripensando alla sconfitta nel derby. Il 23 dicembre l'avventura di Benitez sulla panchina dell'Inter finisce: "Risoluzione consensuale", si legge sul comunicato ufficiale. E pazienza se cinque giorni prima aveva vinto il Mondiale per Club. Moratti volta pagina, il giorno dopo arriverà Leonardo.
RETROSCENA: I CONTATTI CON LEONARDO
Quella tra Leonardo e l'Inter è una storia di mercato tra gentiluomini portata avanti con correttezza, stima, e fiducia reciproca. Per capirlo basta svelare un aneddoto: prima di firmare con i nerazzurri, Leo chiamò Galliani per avvisarlo per telefono. Dall'altra parte il sorriso paterno di chi lo conosce fin da quando era ragazzo: "Ti faccio tanti auguri per il tuo futuro". Sotto l'albero - ormai nerazzurro - un contratto di due anni fino al 2012 e un ingaggio da due milioni e mezzo a stagione. Così, sei giorni dopo la vittoria del Mondiale per Club e a poche ore dalla cena della vigilia di Natale, l'Inter annuncia il suo nuovo allenatore. E Moratti precisa: "Non vivo per fare dispetti".
LA CENA DECISIVA A CASA MORATTI
"No, non posso". E' sempre stata questa la risposta di Leonardo a Massimo Moratti, ogni volta aveva provato ad avvicinarlo. Quella volta, andò diversamente. L'affondo dell'Inter funziona, il presidente nerazzurro l'ha messo spalle al muro: "Mi sono lasciato coinvolgere nella sua causa" racconterà poi il brasiliano. E' stata decisiva una cena all'una di notte a casa Moratti, durante la quale all'allenatore sono stati spiegati obiettivi stagionali e nuove idee per svoltare una stagione iniziata non benissimo con Benitez. Leo si convince e accetta per un Natale in nerazzurro, la sua avventura durerà poco più di sei mesi.
LA VERITA' DI LEONARDO
A convincere Leonardo ad accettare l'Inter il giorno della vigilia è stato l'istinto: "Come sempre. Moratti mi ha chiamato poco prima di Natale, avevo rifiutato tante volte ma quella sera non avevo scampo". Da dirigente del Milan ad allenatore rossonero, da una parte all'altra di Milano. Qualcuno non ha apprezzato e gli sono arrivate anche minacce da tifosi rossoneri. E pensare che lui, in quel periodo, stava pensando a tutt'altro: "Nel 2010 sono rimasto lì perché non avevo nessun altro posto dove andare. Mi stavo prendendo una pausa dalla carriera". Sincero Leo, che ha svelato i motivi che l'hanno fatto allontanare dal Milan: tra le cause, ci sono stati anche dei problemi e scelte non condivise con Berlusconi.