Tifosi del Bari a Lecce:| Una trasferta blindatissima
Sembra più un viaggio verso il fronte che per una partita di calcio. La trasferta dei tifosi del Bari verso Lecce è a tutti gli effetti militarizzata. Una soluzione probabilmente scontata visti i grossi timori della vigilia, culminati con il provvedimento del 29 dicembre del prefetto del capoluogo salentino, Tafaro, di far giocare il derby a porte chiuse, onde poi rivedere la decisione il successivo 3 gennaio per riaprire i battenti del Via del Mare. Tuttavia, l’immagine non è comunque edificante, trattandosi di una sfida che dovrebbe rappresentare l’orgoglio e la festa per l’intera regione.
Come nelle previsioni, da Bari scatta un esodo assai inferiore rispetto alle iniziali previsioni. I tagliandi venduti sono meno di 2.000: la limitazione d'accesso ai soli possessori di tessera del tifoso impedisce agli Ultras di partecipare al match più sentito. L'autoraduno è fissato alle 9,30 all'antistadio, dove si stanzia il primo dei tre punti di controllo previsti dall'organizzazione di sicurezza. I sostenitori biancorossi sono sottoposti a perquisizione, in modo da evitare che portino con sé mezzi atti al turbamento dello spettacolo. Vietati, dunque, oggetti contundenti e petardi.
Le procedure richiedono più tempo del previsto: i primi pullman partono solo verso le 10.45, mentre il resto della compagnia lascia la città poco prima di mezzogiorno. La carovana procede tranquilla, per strada non c'è nemmeno eccessivo traffico. Il secondo posto di blocco è posto all'altezza di un autogrill nei pressi di Fasano. I controlli sono meno sofisticati rispetto alla partenza, ma la sosta è lunga al fine di accorpare i due tronconi della tifoseria barese. Il viaggio riprende quindi a ranghi compatti, senza alcun intoppo. Si perde un po' di tempo solo all'ingresso di Lecce, dove è necessario un giro più lungo, passando per Squinzano.
L'arrivo nella città di Sant’Oronzo, però, richiama alla mente immagini spesso trasmesse in tv dalle zone di guerriglia. Lo spiegamento di forze è imponente: oltre 950 sono gli agente impiegati dal Salento, rafforzati da altri 50 provenienti da Bari. L'anello protettivo funziona: le tifoserie non vengono minimamente a contatto ed i supporter biancorossi possono così avviarsi verso le porte del Via del Mare. Anche qui procedure leggermente articolate, ma l'accesso è sicuro. Eccetto per un tifoso biancorosso, arrestato perché in possesso di fumogeni e bombe carta.
La curva sud del Via del Mare si riempie, ma è priva di personalità di spicco: il presidente Matarrese non è proprio partito per il Salento, mentre il sindaco Emiliano prende posto, con tanto di sciarpa biancorossa al collo, in tribuna d'onore, accanto al collega Perrone. Malgrado controlli e perquisizioni, nell'impianto entrano comunque un gran numero di petardi. Soprattutto sul versante barese, dal quale, nel solo primo tempo, sono scagliate diverse bombe carta. Un imprevisto che, però, non induce l'arbitro Tagliavento nemmeno a prendere in considerazione l'ipotesi di sospendere l’incontro. Nella ripresa Okaka fa esplodere i tifosi biancorossi. Che chiudono la loro giornata in tripudio con il bagno d'acqua ricevuto dai calciatori festanti per il ritorno alla vittoria. E con una gioia simile è più dolce la lunga attesa all'interno dell’impianto salentino, fino alle 18. In attesa del ritorno a casa, sempre sotto scorta, ma con una felicità immensa.
(Corriere del Mezzogiorno - Edizione Puglia)