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Stop al Decreto Crescita, anche i rinnovi perdono i vantaggi: da Mourinho a Osimhen 10 casi
CAMBIA LA TASSAZIONE - Sì perché per i contratti chiusi prima della deadline, l'accesso ai vantaggi fiscali con tassazione ridotta sul lordo dello stipendio, sarà garantita. Stiamo parlando di un risparmio di circa il 50% del lordo per i club del centro-nord Italia e addirittura di un risparmio al 75% per le società del Mezzogiorno. Senza il decreto crescita tutti i contratti tornerebbero di fatto al classico "raddoppio" fra netto e lordo con un ingaggio da 10 milioni di euro per fare un esempio che costerebbe a tutte le società 20 milioni al lordo.
DA OSIMHEN A MOURINHO QUANTI CASI SCABROSI - Detto del caso Mkhitaryan-Inter (LEGGI QUI) sono davvero tanti i casi limite che dovranno portare a una svolta con i nomi di Victor Osimhen e José Mourinho in cima alla lista
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Victor Osimhen - NAPOLI - scadenza 2025. In Italia dal 2020, avendo comprato casa e avuto un erede su territorio italiano potrebbe allungare fino a 10 anni i vantaggi fiscali. Il Napoli sta lavorando con forza per chiudere questa travagliata firma e siamo davvero ai dettagli, ma se si scavallasse il 31 dicembre 2023, il suo stipendio da 10 milioni bonus compresi invece che costare poco più di 12 al lordo (vantaggi al 75% per squadra del sud) ne costerebbe 20.
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José Mourinho - ROMA - L'allenatore portoghese ha capito come tira il vento e sta per questo iniziando a spingere per rinnovare in tempi brevi il contratto in scadenza a fine stagione con la società giallorossa. Lo stipendio attuale è superiore ai 6 milioni di euro, un rinnovo a queste cifre non è nella testa dei Friedkin senza la partecipazione certa alla prossima Champions, ma per avere garanzie si dovrà aspettare il 2024 e verrebbero persi i vantaggi fiscali per lui.
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Denzel Dumfries - INTER - Il suo è un discorso differente, più di opportunità che non di urgenza. L'accordo con i nerazzurri è in scadenza 30 giugno 2025 e da parte del club c'è la volontà di prolungare per provare ad evitare di ritrovarsi corteggiatori alla finestra con cifre contenute. Difficile che arrivi un rinnovo entro il 31 dicembre 2023, ma i suoi 2,5 milioni che costeranno 3,3 al lordo fino alla fine dell'attuale accordo andrebbero a raddoppiare e salire di tanto in sede di trattativa per prolungare.
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Charles De Ketelaere - ATALANTA o MILAN - Discorso ancor più complesso perché il centrocampista belga è in prestito con diritto di riscatto a Bergamo. L'Atalanta per mantenere i benefici del Decreto Crescita dovrebbe riscattarlo per 25 milioni entro il 31 dicembre facendogli così firmare il nuovo accordo in tempo per confermare i vantaggi. Viceversa il suo contratto in scadenza 30 giugno 2027 con il Milan manterrebbe gli attuali benefici fino alla naturale scadenza.
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Moise Kean - JUVE - Il decreto crescita non aiuta gli italiani? Ecco la riprova di quanto sia in realtà una falsità. La Juventus ha riportato il centravanti classe 2000 in Italia proprio sfruttando l'agevolazione del "rientro dei cervelli" e il suo contratto avrà gli sgravi fiscali fino al 30 giugno 2025. Giuntoli sta lavorando a tanti rinnovi per spalmare fino al 2028 il costo degli ammortamenti dei cartellini, ma per Kean, se si andasse oltre il 31 dicembre 2023, si perderebbero i vantaggi fiscali.
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Felipe Anderson - LAZIO - Il rinnovo più difficile di tutti, anche soltanto per il fatto che a trattare è Claudio Lotito in persona. Il brasiliano guadagna oggi 2,2 milioni di euro con scadenza 30 giugno 2024 e ne ha chiesti 3,5 alla Lazio per rinnovare. Oggi al lordo pesa per 2,8 milioni circa, in caso di rinnovo oltre il 31 dicembre 2023 quei 3,5 milioni netti di richiesta si trasformerebbero in circa 7 lordi.
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Mike Maignan - MILAN - Altro caso di diversa portata perché in questo caso non possiamo parlare di urgenze, bensì di volontà.Il portiere francese ha infatti un contratto fino al 30 giugno 2026 in essere con i vantaggi del decreto crescita sui 2,5 milioni netti annui percepiti. Furlani e Moncada vorrebbero premiarlo, blindandolo fino al 2028 e con un ingaggio raddoppiato con incontri già programmati a febbraio 2024. Il problema è che in caso di firma in quelle date, i 5 milioni di euro proposti sarebbero 10 al lordo e non più quasi 7, perché il portiere perderebbe i vantaggi fiscali.
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Olivier Giroud - MILAN - Contratto in scadenza 30 giugno 2024 per lui, così come per Luka Jovic, il Milan rischia di trovarsi a fine anno con i due contratti dei suoi due 9 scaduti e non rinnovati per la perdita dei vantaggi fiscali. Per Jovic c'è un'opzione di rinnovo automatico (che potrebbe essere esercitata entro il 31 dicembre 2023 mantenendo così gli sgravi, con il bomber francese, invece, si dovrà trattare.
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Pablo Marì - MONZA - Scadenza 2024 è già diventato uno degli obiettivi di mercato di molti club italiani e non come ad esempio la Roma che vorrebbe prenderlo già a gennaio al posto del disperso Smalling. Lo stop al Decreto Crescita cambia però le carte in tavola perché chi vorrà prenderlo a parametro zero non potrà godere dei vantaggi fiscali. Chi potrebbe è invece il Monza rinnovando entro il 31 dicembre 2023 l'attuale accordo.
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Arthur Melo - FIORENTINA e JUVE - Il centrocampista brasiliano è rinato a Firenze ma, nonostante un diritto di riscatto a 20 milioni già deciso difficilmente potrà confermarsi in maglia viola. Il motivo? Contrattuale, perché Arthur guadagna tanto, troppo, per le casse della Fiorentina che, in caso di riscatto dovrebbe far firmare a fine stagione un nuovo accordo al giocatore. La Juventus, invece, avendo prolungato fino al 2026 prima della cessione in prestito, potrà continuare a goderne fino a scadenza con i 6 netti compresi di bonus che incidono per circa 9 al lordo a bilancio.