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    Steve Peters, il segreto del successo del Liverpool

    Steve Peters, il segreto del successo del Liverpool

    Il segreto del Liverpool vicinissimo a vincere la Premier dopo 24 anni di latitanza si chiama Steve Peters, un sessantenne quasi sconosciuto ma che sta rendendo i reds un gruppo formidabile, forte e imbattibile, più di quanto non faccia Brendan Rogers negli allenamenti e durante le partite. Il lavoro di Peters è tanto oscuro quanto fondamentale perchè se Rogers lavora sui muscoli, la tattica e le qualità atletiche dei propri giocatori, lui forma la mente dei calciatori, scava nelle loro paure trasformandole in certezze, tramutando difetti e debolezze in convinzioni e pregi. Peters è un “brain coach”, anzi il “brain coach” più conosciuto in Inghilterra e che vanta trascorsi altrettanto prestigiosi nello sport britannico come durante le ultime Olimpiadi di Londra 2012.

    Il motivatore - “Si segna con la testa ma soprattutto si vince con la testa” è il suo proverbiale motto e da quando capitan Gerard lo ha indicato a mister Rogers, i reds hano cambiato il loro modo di vivere il calcio, di preparare le partite, di vincere le sfide ancor prima di entrare in campo. Lavorando sulla psiche dei giocatori, atleti che hanno imparato a gestire e controllare i propri impulsi incanalandoli laddove serve: nel momento della gara. Senza dispersione di energie preziose e senza cali di concentrazione. Così si spiega il piccolo ‘miracolo’ di un Liverpool oggi capolista indiscusso della Premier ma solo a settembre outsider in un campionato che aveva ben altri protagonisti cui rivolgere la propria attenzione, come le due squadre di Manchester, il Chelsea, l’Arsenal, il Tottenham.

    Dalle Olimpiadi ai Mondiali - Steve Peters, che nasce come medico ma si specializza in matematica, è ben conosciuto Oltremanica tanto che prima dell’avventura in rosso, era stato già “brain coach” alle Olimpiadi di Londra dove aiuta a vincere gli atleti del ciclismo. Da lì, il salto in Premier e molto probabilmente l’avventura Mondiale. Perchè Roy Hodgson si è subito informato sul lavoro di Peters e sembra proprio che l’Inghilterra, prossima avversaria degli azzurri, si porterà in Brasile anche questo speciale “motivatore”, un dodicesimo uomo a bordo campo con la capacità di convincere gli atleti che segue ad essere i migliori.

     

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