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Stendardo scrive per CM: lunga vita a Papa Francesco, l'Avatar del Signore
La crudeltà della guerra e le sue aberranti motivazioni, stanno distruggendo lentamente l'umanità.Dal secolo scorso ad oggi, l'impegno di organizzazioni pacifiste e della Chiesa risultano fallimentari, se si pensa che le guerre del Novecento avevano determinato un numero di morti tre volte superiori a quelli prodotti nei secoli precedenti.I Papi succedutisi, da Pio lX a Giovanni XXlll fino a Giovanni Paolo ll avevano alzato il livello d'attenzione sul tema della guerra introducendo una vera rivoluzione di pensiero.Paolo Vl,infatti, aveva sottolineato: il cammino della pace tra i popoli passa per la pace del cuore. Giovanni Paolo ll riusciva, per la prima volta, a riunire cristiani, musulmani, ebrei e sottolineava la necessità che l'uomo credente dovesse insegnare la riconciliazione tra i popoli.Ogni Papa aveva dato il proprio e importante contributo per la pace nel mondo.Sono stati sicuramente tutti interventi di grandissimo spessore sociale, ma che gravitavano comunque, nell'orbita dell'etica. Questi interventi sono stati consegnati alla Storia, dove resteranno fino alla fine dei tempi, come atti meritori.È proprio dalla storia, maestra di vita, che apprendiamo quanto sia sempre stato difficile per l'uomo combattere la violenza, primogenita dell'ignoranza, attraverso regole, accordi o leggi.Bisogna essere chiari su questo punto: non esiste nulla al mondo che possa, attraverso l'operato dell'uomo anche di elevato spessore intellettivo, sovvertire un fenomeno di maligna appartenenza. Occorrerebbe unicamente che qualcuno intercedesse per noi presso il Creatore.In genere si arriva al Signore, per l'ottenimento di una grazia, per intercessione di un Santo cui ci affidiamo con la massima devozione. Ma, in genere, tutto questo riguarda la vita o la salute di uno o più individui, mentre qui parliamo delle sorti dell'umanità che ha un solo padrone: il Creatore, Dio.Solo la Sua volontà potrà ripristinare quei valori cui ci chiede di ispirarci.Questi primi mesi dell'anno sono stati caratterizzati da fenomeni assolutamente inaspettati: l'abdicazione dal soglio pontificio di Benedetto XVl che lasciò scioccati un po' tutti, oltre a suscitare molti dubbi sulle ragioni di questa decisione senza precedenti, la successiva nomina del Cardinale Bergoglio a Papa e la scelta del nome Francesco.Tutti, in quel momento e come prima cosa, pensammo avesse preso un nome troppo impegnativo.San Francesco rappresenta il Santo dei Santi, il Santo più amato al mondo, tanto da essere stato proclamato Dottore della Chiesa.Bastarono pochi secondi, un semplicissimo saluto e il movimento timido della mano per capire che avevamo di fronte un Papa speciale, che avrebbe avuto cura di riparare la casa del Signore, così come era stato ordinato a Francesco:”Vade Francisco et repara domum meam".La sensazione provata, in quel momento, fu di ritrovarsi di fronte non un uomo diventato Papa, ma un predestinato, un Avatar del Signore, venuto per la redenzione degli uomini e il ripristino di quell'equilibrio che le azioni umane volte al male hanno compromesso.Di fronte alle guerre e non solo, Francesco ha assunto un atteggiamento diverso da quello dei suoi predecessori. Sembra conosca già i tempi e i modi di intervento. Un uomo che ci indica il percorso spirituale da percorrere, uniti e coerenti, non seguendo altri interessi se non quelli della pace e del bene comune.Il vento della speranza soffia energico e Francesco non gli consentirà di soffiare invano.Vorrei soffermarmi ancora tanto sull'affascinante argomento e analizzare la posizione assunta dal Papa circa "i furfanti della guerra", ma lo spazio, generosamente già concessomi,non me lo consente. Spero di poterlo fare nel prossimo futuro.