Domani, sabato 2 ottobre, alle ore 23.30, su Sky Sport 1 HD, torna l’appuntamento con “I Signori del calcio“. Protagonista di questa puntata il centrocampista dell’Inter Dejan Stankovic.

Cos’ha di unico Moratti? Cosa lo differenzia dagli altri Presidenti?

Dire che è un signore è troppo poco. E’ oltre. Tutto quello che sta vincendo lo stramerita e io mi auguro, insieme ai miei compagni, di dargli ancora delle gioie.

Perchè hai definito Mourinho un grande “psicologo”?

Perché se non ce la fai a camminare e sei stanco morto, lui riesce a tirare fuori anche quel poco o niente che hai dentro. Lavora tantissimo per il gruppo, tantissimo per i giocatori, prende tanto ma ti da anche, ti da il tuo spazio, ti da il tuo tempo, ti fa sentire importante in qualsiasi momento. Anche se non giochi o se vai in tribuna, con lui ti senti importante. Ti senti un pezzo importante della squadra. E io lo posso solo ringraziare per quello che ha fatto per me. Quando è arrivato, la stampa mi aveva già caricato sul treno di Mancini e Mihajlovic. E invece è accaduto il contrario. Nel primo incontro con lui, in 5 minuti mi ha fatto capire che puntava su di me e che sarei stato una sua scommessa. E alla fine l’ha vinta lui. Ho fatto due anni belli, potevo forse dare qualcosa in più ma sono contento di quello che sono riuscito a dargli. Con lui ti senti in colpa se non giochi bene, perché lui ti da tutto, ti carica di una pressione positiva che ti porta a non mollare neanche un centimetro.

C’è qualcosa della finale di Madrid che non è ancora stato detto?

No, a parte che anche in quell’occasione Mourinho ha fatto la differenza perché ci ha convinto che eravamo i più forti e continuava a ripetercelo per tutta la partita. Avendo superato un percorso così difficile, dovevamo vincere. Ed è stato indimenticabile perché per un giocatore, vincere la Champions League, è il top.

Cosa c’è nel futuro di Stankovic a fine carriera?

Chiudere con l’Inter, me lo auguro ma sono piuttosto sicuro che sarà così. In panchina non mi vedo, forse tra un paio d’anni cambierò idea ma per come stanno le cose adesso, credo di no. Vediamo se è possibile un futuro sulla panchina della nazionale serba insieme a Mihajlovic. Aspettiamo ancora. E poi una scuola calcio per bambini, per insegnare come si vince, perché si vince, insegnare a portare rispetto alle persone, ad essere umili, a lavorare tanto anche se non hai talento, perché il lavoro alla fine paga. Nella mia generazione c’erano tanti più bravi di me, però alla fine vengono fuori quelli che hanno più voglia, più grinta e che non mollano mai.