Stanchezza e deconcentrazione, il Milan rischia l'imBarçata
Lazio, Barcellona, Napoli. In nove giorni il Milan capirà se è ancora la squadra da battere in Italia e se può recitare un ruolo da protagonista in Europa. Il primo esame è "andato", ma il voto dopo novanta minuti di prova è inaspettato. Un sei stiracchiato, frutto della buona prova in fase offensiva e di quella disastrosa in difesa. Là davanti Allegri può gongolare, in attesa di Pato, Robinho e magari El Shaarawy, Ibrahimovic pur dolorante continua a fare la differenza e Cassano dimostra ogni giorno di più di meritarsi un posto nel Milan.
Ma se il tecnico rossonero sposta lo sguardo indietro, iniziano le preoccupazioni. Contro la Lazio si è visto un centrocampo poco concentrato, lento, prevedibile e quasi mai in grado di fare da filtro. Aquilani e Nocerino, gli acquisti estivi, si sono limitati al compitino, Van Bommel è sembrato in ritardo di condizione, Ambrosini era in serata no. Le cose non sono andate meglio in difesa, con il solo e solito Thiago Silva sufficiente. Per una notte anche Nesta è sembrato un novellino alle prime armi, spaesato e poco attento in entrambi i gol della Lazio.
E' presto per lanciare l'allarme, ma Allegri ha motivo per preoccuparsi. Il suo Milan è apparso terribilmente indietro dal punto fisico, un fattore che potrebbe essere determinante a Barcellona, tra tre giorni, contro una squadra che fa del possesso palla (il famoso tiki-taka) l'arma migliore. La squadra vista ieri rischia di correre a vuoto e finire la benzina in meno di un'ora. A quel punto, passare il secondo esame, diventerebbe un'impresa eccezionale.