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    Nuovo stadio Fiorentina: il colpo decisivo di Renzi

    Nuovo stadio Fiorentina: il colpo decisivo di Renzi

    • Luca Cellini

    Nella lunga partita di scherma fra il Comune di Firenze e la Fiorentina, si può dire che la mossa attuata lo scorso lunedì pomeriggio dal sindaco Matteo Renzi sia un colpo di fioretto andato a segno. Renzi si è mosso con grande circospezione, consapevole che davanti alla richiesta 'boom' di ottanta ettari da parte dei Della Valle bisognasse rispondere con diplomazia, perché il tifoso viola da una parte, ma soprattutto il cittadino di Firenze dall'altra, era pronto a impallinarlo qualsiasi decisione avesse preso. E così, forte anche del blocco imposto dall'inchiesta della magistratura sul territorio di Castello, quello che per molti era stato 'promesso' dall'ex sindaco Domenici a Diego Della Valle, nell'estate in cui questi divenne proprietario della Fiorentina, si è inventato la carta Mercafir, pur consapevole che l'imprenditore marchigiano inizialmente avrebbe mostrato tutto il suo disappunto per le dimensioni ridotte, e poi lavorando su come far sì che gli introiti per i viola fossero il più possibile vicini ai desiderata dell'azionista di maggioranza.

    Tante telefonate e incontri per spiegare a Diego Della Valle che è impossibile fare entrate cospicue con il museo d'arte moderna immaginato, e che soprattutto nell'area del mercato c'è tanto spazio per il commerciale e gli uffici: in sintesi, che il project financing che fra poco il Comune lancerà è una proposta che non si potrà rifiutare. Della Valle da parte sua ha mandato avanti il fido Cognigni, che anche sabato scorso ha provato a smarcarsi dall'obbligo di presentare un'offerta. A stretto giro di posta Renzi, che ha sempre ribadito quasi come una litania quanto buoni fossero i rapporto tra il Comune e il club viola (e prendendo ad esempio la conclusione positiva della vicenda campini), ha convocato una conferenza stampa con l'assessore all’urbanistica, e con la frase: 'Mi stupirei se un uomo di numeri come Mario Cognigni non valutasse la complessità del progetto prima di dire che la Fiorentina non farà un'offerta per costruire il nuovo stadio', ha inferto il colpo decisivo.

    Ormai il dado è tratto: con quel sorriso furbino, Renzi ha 'ingabbiato' i Della Valle. Vogliono fare lo stadio, con tutti gli annessi e connessi? A Firenze è disponibile solo la zona della Mercafir. Non lo vogliono fare? Pronti a trattare con altri privati, che poi dovrebbero parlare con il club viola per farci giocare la squadra. A questo punto Diego Della Valle si sta giocando l'ultima carta: le parole dell'ex assessore allo sport e presidente del Coni provinciale Eugenio Giani, che - in barba al conflitto d'interesse - difende a spada tratta i proprietari viola, smarcandoli dall'impegno del nuovo stadio. Che poi alla fine, con buona pace di tutti, si farà. Ma attenzione, perché gli 'uomini dei numeri' del club viola hanno già fatto sapere che non essendo realizzato nelle dimensioni auspicate non costringerà la Fiorentina ad investire sul mercato. Insomma: 1-1 e palla al centro fra Comune e società. Quest'utlima sarà 'costretta' a metter su lo stadio, ed è facile immaginare Rockerduck Della Valle che sconfitto da Zio Paperone Renzi si mangia il cappello, come nei fumetti della Disney, sconfitto in una guerra dialettica che è stata, alla fine, senza esclusioni di colpi. 

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