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  • Stadi, se anche Barbara Berlusconi scopre che urge la legge. Ma non c'è

    Stadi, se anche Barbara Berlusconi scopre che urge la legge. Ma non c'è

    • Marialuisa Garatti, avvocato

    Barbara Berlusconi, consigliera d'amministrazione del Milan ed erede designata alla successione del padre, quando lascerà il timone di Via Turati, ha lanciato un accorato appello, affinchè vengano accelerati i tempi per l'approvazione del disegno di legge sugli stadi che vaga in Parlamento da oltre quattro anni.

    In ordine di tempo, si tratta soltanto dell'ultima presa di posizione su un argomento sempre più scottante, eppure incredibilmente sottovalutato dai  padroni del pallone, tutti presi come sono a dilaniarsi sulle questioni arbitrali e sulla spartizione dei diritti tv.

    Sembrano quasi ignorare un dato allarmante: riguarda la media spettatori del nostro campionato, inferiore ai 23 mila presenti fra paganti e abbonati che, paragonata agli altri principali tornei continentali (Liga, Premier League e Bundesliga) fa rabbrividire.

    E' sotto gli occhi di tutti il fuggi fuggi dei tifosi da impianti sempre più obsoleti e fatiscenti; sempre meno frequentati a causa delle schedature per sottoscrivere gli abbonamenti; ldela tanto contestata tessera del tifoso e, non da ultimo, dell'indecente caro biglietti.

    Questi e altri ostacoli hanno trasformato il piacere di andare allo stadio in un'ardua impresa che, ormai, solo i più accesi e fedeli sostenitori della squadra del cuore affrontano. E pensare che, a detta di molti, il campionato italiano era considerato il più bello ed affascinante d'Europa.

    Le dichiarazioni degli ultimi giorni riportano a galla lo spinoso tema legato all’approvazione del disegno di legge sugli stadi, che risulta letteralmente impantanato nelle aule romane. Il provvedimento rimbalza, come un pallone senza il suo regista, dal Senato alla Camera.

    E’ stato approvato dalla VII Commissione del Senato nell’ormai lontano 7 ottobre 2009, facendo credere che la partita si fosse conclusa con la vittoria dello sport e del calcio italiano: in realtà, lo stesso disegno di legge si è arenato alla Camera. Gara quindi da rigiocare ,con nuove strategie e continui cambi in corsa.

    Un susseguirsi di emendamenti ha modificato il testo di legge, così che lo stesso è stato ripresentato il 12 luglio scorso in Senato per la sua approvazione.

    Da allora, però, tutto è rimasto immutato, come se la partita fosse stata sospesa e rinviata a data da destinarsi. Nel frattempo, le voci di corridoio danno per certo che verranno presentati nuovi emendamenti alla commissione cultura e sport, in quanto il testo legislativo, a detta di alcuni, accusa ancora troppe lacune.

    Se così fosse, non ci sarebbe alcuna approvazione e, anzi, lo stesso ddl verrebbe nuovamente rinviato alla Camera.

    E' una partita senza fine giocata sulla pelle del calcio italiano, ormai allo stremo delle sue risorsefinanziarie. Una recentissima analisi del Master in management dello sport dell'Università Bicocca Milano, coordinato dal prof. Franco Ascani, calcola nel 66% il valore delle risorse garantite ai club dai diritti tv, mentre gli introiti di da stadio sono sempre più in picchiata.

    L’obiettivo della legge deve portare alla creazione di impianti sportivi adeguati, efficienti e alla portata di tutti, per realizzare nuovi spazi di aggregazione legati non soltanto all'evento calcistico e dove le famiglie, gli appassionati dello sport e anche i non sportivi, potrebbero trascorrere il loro tempo libero in un ambiente confortevole e sicuro.

    La realizzazione di nuovi stadi, inoltre, svilupperebbe nuovi posti di lavoro, dando nuova linfa all’economia del paese oggi prostrata da una criis gravissima.

    Si badi che il provvedimento legislativo è a costo zero per lo Stato, ma di grande valore per lo sport Italiano. Eppure, siamo a un punto morto. Forse a qualcuno fa comodo che rimanga tutto così.

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