Vivo x lei, sslaziofans.it: 'Quanto vale la parola di Lotito?'
Perché se è vero che “un uomo vale quanto la sua parola e chi la mantiene merita di essere stimato e ricordato”, ripercorrendo il cammino di questi anni, la strada è lastricata di promesse non mantenute, di proclami a cui non ha fatto seguito nulla o quasi, di persone linciate e poi esaltate (e viceversa) a seconda della convenienza, di valori etici e morali che a seconda dei casi sono fondamentali o no, di frasi fatte pronunciate fino allo sfinimento. Insomma, come direbbe qualcuno tanto fumo e poco arrosto, un po’ come quando si entra a Cinecittà e ti sembra di camminare nella storia, ma poi scopri che dietro le facciate di palazzi e luoghi celebri, non c’è nulla, perché è solo scenografia, illusione. Ecco, questo è da sempre Lotito: un prestigiatore, neanche troppo capace, ma che ha l’abilità di farsi invitare ovunque e quindi alla fine viene considerato bravo. Esegue talmente male i suoi giochi di prestigio che i suoi trucchi si vedono, sono sotto gli occhi di tutti, ma nessuno li mette in risalto per dipingerlo per quello che è in realtà. Un ciarlatano.
Sono partito da questa foto dell’intervista del 3 giugno del 2013 uscita su “Il Corriere dello Sport”, perché secondo me è l’emblema di come stanno provando da anni a farci fessi, scambiandoci per romanisti pronti ad abboccare a qualsiasi cosa. Un anno fa di questi tempi andava in scena il famoso comizio di piazza San Silvestro, ovvero l’apoteosi del delirio lotitiano. Bene, c’è stato qualcuno tranne noi che glielo abbia sbattuto in faccia quel discorso in questi mesi? C’è qualcuno che gli abbia chiesto conto di quanto detto e promesso, smentito poi in modo clamoroso dai fatti? No, zero! Perché se uno mi parla di scudetto vero, dopo aver ripetuto in modo ossessivo per 9 anni che lo scudetto è un danno e che il suo scudetto è stato sempre il bilancio, magari una domandina su come si pensa realmente di vincerlo sul campo questo scudetto uno gliela dovrebbe fare a Lotito. O no? Qualcuno gli dovrebbe chiedere come mai ha in mano una società che gestita in modo decente potrebbe incassare circa 140 milioni di euro all’anno, mentre lui ha chiuso l’ultimo bilancio tra i 90 e i 100, con entrate (Europa e Supercoppa) irripetibili per la stagione appena iniziata ma senza aver adottato nessuna strategia industriale se non quella di conquistare qualcosa in più con la spartizione dei diritti tv.
Perché questa società, produce ZERO di suo, come dimostra l’assenza di un main sponsor da 7 ANNI E 9 GIORNI che ci è costata qualcosa come più di 28 milioni di euro di mancati incassi. Non sarebbe un argomento da affrontare seriamente questo? Se lo si fa la risposta è “vogliamo mantenere pulita la maglia”, poi si inserisce come cambio merce la scritta Paideia, perché in qualche modo li dovremo ripagare delle 200 ecografie e risonanze che fanno ogni anno Konko e Ederson, che oramai ci hanno preso la residenza in quella clinica sulla collina Fleming. Ma non aspettatevi né domande né risposte.
Come ieri nessuno ieri quando Lotito ha detto “vogliamo uno spogliatoio che sia una sacrestia” ha alzato il dito per chiedere: scusi, presidente, ma che c’entra allora con uno spogliatoio simile uno come Braafheid che viene da un anno fuori rosa per aver litigato con il sesto allenatore su sei avuti dal 2009 a oggi? Sia mai… Perché qualcuno allora avrebbe dovuto chiedere a Lotito quando parlava di giocatori scelti per le loro doti morali cosa ci azzeccava l’acquisto di Breno fatto in un momento in cui il brasiliano stava sotto processo per aver dato fuoco alla sua casa rischiando di uccidere moglie e figlio, vicenda per cui sta in carcere dall’estate del 2012 per scontare i 3 anni e 9 mesi che gli hanno inflitti i giudici bavaresi.
Perché ieri altrimenti, alla presentazione della campagna abbonamenti, guardando il listino dei prezzi qualcuno avrebbe dovuto chiedere: scusi presidente, ma un paio di giorni fa lei ha fatto un comunicato in cui annunciava la riapertura della Curva Maestrelli e in cui diceva che il suo sogno era quello di vederla piena di bandiere, ma allora perché non c’è la Curva Maestrelli tra i settori in cui si può fare l’abbonamento? Sarebbe l’abc, ma no, neanche il minimo sindacale per capire quanto vale realmente la parola di questo personaggio che un giorno dice una cosa e il giorno dopo fa l’esatto contrario.
Ora dice che bisogna onorare la storia, che i grandi personaggi del passato meritano un settore riservato a loro in Tribuna d’Onore. Lo dice lui che in un’intercettazione minacciò di sparare a Petrucci perché Daniela Fini aveva dato a Chinaglia i biglietti di Tribuna Autorità e lui non se lo voleva trovare vicino quel “bandito”.
Sì, perché Chinaglia è stato un “bandito” fino a quando gli ha dato fastidio come presenza, poi appena è morto è diventato un eroe da onorare, con tanto di giro di campo a favore di telecamere e fotografi con il figlio arrivato dagli Stati Uniti. Ma senza andare in chiesa, perché lui è allergico ai funerali, soprattutto a quelli dei personaggi che hanno fatto la storia della Lazio. Perché la storia va onorata, perché lui come presidente che ha “salvato la Lazio dal fallimento” merita rispetto, ma non lo merita Cragnotti quel rispetto, che ha portato la Lazio ai livelli più alti mai raggiunti in 114 anni di storia, a vincere sia in Italia che in Europa.
Perché, e chiudo stendendo un velo pietoso, lui è uno che vive di valori e che non dimentica chi è stato vicino alla società, come disse in quel celebre intervento alla “Voce della Nord” nel 2005. Ecco, riascoltatelo se avete ancora qualche dubbio su chi è questo personaggio e, soprattutto, quanto vale la sua parola…
Giorgio Cerri
www.sslaziofans.it
http://www.youtube.com/watch?v=MYg8z8gBkh8
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