Spy Barcellona: pedinati Messi e Piqué
A poche ore dal fischio di inizio del ritorno dei quarti di finale di Champions col Psg, che potrebbe portare il Barcellona alla sesta semifinale consecutiva - massima dimostrazione dell'egemonia catalana sul calcio europeo - il club è travolto da un grande caso di spionaggio, con risvolti politici sempre più evidenti per il potente governo della Catalogna. L'attuale dirigenza del Barça, rappresentata dal presidente Rosell, è in realtà parte lesa e ha presentato una denuncia contro l'ex presidente Laporta e l'ex vicepresidente plenipotenziario Soriano per le presunte attività di spionaggio illecito che, durante la precedente gestione, avrebbero comportato una spesa di 3 milioni di euro a carico delle casse del club. Tra i personaggi pedinati o intercettati nella loro vita privata ci sarebbero molti calciatori, tra i quali l'allora giovanissimo Messi e Piqué, agli inizi della sua relazione con la cantante Shakira (con la quale vive tuttora e dalla quale ha appena avuto un figlio, Milan), ma anche alcuni dirigenti, a cominciare dallo stesso Rosell, una serie di giornalisti (sportivi e non) e una serie di uomini politici.
Nei giorni scorsi il quotidiano "El Periodico" ha appunto rivelato come il Barcellona abbia pagato l'attività di spionaggio a due politici dell'Unione democratica di Catalogna. La fatture di Metodo 3, azienda di investigazioni attualmente al centro di un'indagine internazionale sulle intercettazioni illegali, sono intestate
al club, per una cifra di poco inferiore ai 12 milioni di euro. Il dossier sarebbe stato richiesto a Metodo 3 dall'allora responsabile della sicurezza del Barça, Xavier Martorell, oggi direttore dei Servizi penitenziari della Generalitat di Catalogna, l'organismo di governo regionale, e vicino alla formazione politica CDC (convergencia democratica di Catalogna), alleata proprio della UDC, della quale fanno parte i due politici intercettati. Oltre a Martorell al centro delle indagini c'è anche Joan Oliver, dg del Barcellona dal settembre 2008 al giugno 2010, sempre sotto la presidenza Laporta.Ma dalla politica allo sport il passo, nell'intricatissimo caso, è decisamente breve, perché la fresca denuncia alla magistratura di Laporta e Soriano, da parte dell'irritatissimo Rosell, sta riportando a galla le presunte spese per 3 milioni di euro che la vecchia dirigenza avrebbe avallato, per spiare i personaggi più importanti della società e della squadra. Oliver sembra respingere gli addebiti, che secondo la stampa catalana avrebbe addossato all'ex vicepresidente Soriano: Oliver sostiene che sarebbe stato Soriano ad avere richiesto le investigazioni private sui dipendenti del club. I due sono stati convocati dai giudici della Fiscalia Superior del tribunale Superiore di giustizia di Catalogna per il 30 giugno. L'ex presidente Laporta, invece, non viene indicato nella denuncia come il mandante delle attività di spionaggio. Il Barcellona, però, gli imputa i danni di immagine al club per avere partecipato a riunioni in cui venivano analizzate le email di alcuni dipendenti. Le fatture indicate nella vicenda ammontano a quasi 3 milioni di euro (800mila euro a Metodo 3 e più di 2 milioni a Intelligence Bureau e alla sua filiale Cibex). Rosell denunciò per primo, nel 2008, di essere stato pedinato. Tra i calciatori oggetto dei pedinamenti il solo nome ufficialmente trapelato finora è quello di Piqué. Quattro sono 4 i vicepresidenti spiati: Joan Franquesa, Jaume Ferrer, Joan Boix e Rafael Yuste. Mentre il Barcellona stava scrivendo la propria epopea di squadra più forte del mondo, dunque, dietro le quinte si svolgeva una guerra di potere che ormai si potrà chiudere soltanto in tribunale.