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    Sponsor, brand forte e zero debiti: ecco come Elliott ha ribaltato il Milan, ora la Champions per certificare il progetto

    Sponsor, brand forte e zero debiti: ecco come Elliott ha ribaltato il Milan, ora la Champions per certificare il progetto

    • Luca Fazzini
    Otto partite, un rush finale da affrontare con il piede premuto sull'acceleratore. All'orizzonte c'è la Champions League e una musichetta che i tifosi - il cui ritorno sugli spalti è vivo dibattito di questi giorni - sognano da otto anni. Tornare tra le prime quattro e approdare ai gironi di Coppa è obiettivo vitale dell'annata rossonera, significativo traguardo sportivo e invidiabile risultato economico che si traduce negli (almeno) 50 milioni di euro che garantisce l'Uefa. L'ingresso in Champions, però, avrebbe un valore anche per Elliott, che vedrebbe così consolidarsi un progetto avviato quasi tre anni fa e i cui frutti iniziano a notarsi. 

    LE MOSSE EXTRA-CAMPO - Partendo dall'extra campo e dalle mosse politico-economiche. Si pensi alla sentenza ribaltata al Tas dopo l'esclusione dall'Europa League o all'ingente - ma razionale - capitalizzazione. A ottobre, dopo la pubblicazione dei bilanci al dicembre 2019, gli investimenti totali erano di 642,25 milioni di euro. Se è vero che il bilancio è ancora profondamente in rosso, i debiti sono quasi azzerati. Merito della strategia di Elliott, che ha deciso di finanziare direttamente il club senza ricorrere a prestiti o garanzie statali. Il risultato? Zero debiti verso le banche. I 115,7 milioni di debiti certificati dal bilancio di giugno 2020, infatti, sono per anticipazioni di crediti futuri come operazioni di mercato o incassi dai diritti tv. Agli investimenti vanno aggiunti 42 milioni per l'acquisto di Casa Milan, altro segnale di una concreta visione a lungo termine. Casa Milan che, dal canto suo, non è solo una sede. Da qualche settimana, infatti, è anche centro di The Studios: Milan Media House, l'innovativo hub di produzione e distribuzione mediatica di proprietà rossonera. Un cuore tecnologico innovativo con l'obiettivo di creare contenuti originali e sempre più al passo coi tempi tramite le piattaforme di tutto il mondo. Lì dove i tifosi aumentano sempre di più. Lo certifica un recente studio che ha collocato i rossoneri come seconda società più seguita in Italia, l'ottavo marchio più forte negli Usa (il più forte tra gli italiani) e il terzo assoluto in Cina dietro Real e Barcellona. Appeal che si tramuta in nuovi sponsor, come confermato dal recente prestigioso accordo con Bmw. 

    STRATEGIA VINCENTE - Ma non solo. "La visione di Elliott per il Milan è chiara: creare stabilità finanziaria e di gestione; assicurandosi che il club sia adeguatamente capitalizzato e condurre un modello operativo sostenibile che rispetti le regole della UEFA sul Financial Fair Play". Recitava così il comunicato che apriva l'era del fondo made in Usa, che pose (quasi) da subito la sua fiducia in Ivan Gazidis. Uno che, ai tempi dell'Arsenal, riorganizzò il club. Obiettivi che hanno inevitabilmente condizionato il mercato: la riduzione del monte ingaggi (sceso dai 140 milioni 2018-2019 ai 90 di quest'anno) è da sempre diktat fondamentale che viaggia parallelo alla strategia in sede di trattative. Niente investimenti folli, focus sui giocatori giovani: ecco dunque che fondamentale è divenuto il reparto scouting, completamente rimesso a nuovo sotto la guida di Geoffrey Moncada. A ciò si aggiunge la figura di Paolo Maldini: molto più che un semplice dirigente, un vero e proprio asso nella manica da giocare in fase di contrattazione, come successo con Theo Hernandez e Fikayo Tomori. Dopo qualche prima scelta non completamente azzeccata - tanto sul mercato quanto a livello manageriale - Elliott ha sempre centrato gli obiettivi. Da Leao allo stesso Tomori, passando per Bennacer, Saelemaekers, Rebic e Brahim Diaz, senza dimenticare i vecchi Kjaer e ovviamente Ibrahimovic. Sì, perché la figura di Maldini è il perfetto trait d'union tra la Storia rossonera e i progetti pluriennali del club.

    SERVE LA CHAMPIONS - Già, la visione pluriennale. Nello stesso comunicato precedentemente citato, Elliott fissava come obiettivo anche quello di "ottenere successi di lungo termine per AC Milan cominciando dalle fondamenta". Niente acquisti mossi dall'istinto, si è lavorato guardando al futuro. E così ora il Milan si ritrova una squadra giovanissima, rivalutata economicamente e soprattutto vincente. Lo dimostra l'exploit dell'ultimo anno, che deve però necessariamente chiudersi con la Champions. Per certificare un progetto azzeccato e che inizia a raccogliere i primi frutti anche in campo. 
     

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