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    Speziamania: il 'normalizzatore' Gotti alla prova di Mbala

    Speziamania: il 'normalizzatore' Gotti alla prova di Mbala

    • Gianni Salis
    Signori si nasce. E Thiago, parafrasando Totò, lo nacque. Senza polemica alcuna, né prima né dopo, l’talo brasiliano se n’è andato senza chiedere per sé manco un centesimo dei due anni di contratto che ancora avrebbe potuto riscuotere: e non erano propriamente bruscolini. Unico punto fermo ed irremovibile è che i suoi collaboratori venissero ristorati. E così è stato. Insomma un bel altro arrivederci rispetto a chi solo 12 mesi prima, con sotterfugi e scuse del miglior Belushi in Blues Brothers, aveva lasciato la barca alla deriva dopo aver pienamente e convintamente firmato il rinnovo del contratto.
     
     
    E dunque dopo un anno intenso vissuto in apnea che ha ribaltato ancora una volta i pronostici, per la terza stagione consecutiva lo Spezia si appresta ad inseguire la salvezza col terzo allenatore diverso: un record. L’era Gotti, il normalizzatore, sembra essere iniziata con una positiva empatia con la stampa durante la presentazione in sede e che speriamo venga riversata sul gruppo a cui le motivazioni non dovrebbero mancare, almeno in chi come Nzola si è presentato al raduno tirato a lucido come quei bimbi che non vogliono sfigurare davanti al nuovo maestro il primo giorno di scuola. Certo, non basta per riabilitarsi al cospetto della piazza intera e cancellare con un colpo di spugna una stagione vissuta ai margini per colpa propria, ma se il buongiorno si vede dal mattino, i presupposti affinché il franco-angolano torni a ruggire ci sono tutti. Aspettiamo gli eventi.
     
     
    Più del mercato, che sarà minimale e comunque funzionale alle idee del ‘normal-one’ (che partirà proponendo una nuova direzione tattica: 3-5-2), conteranno gioco e soprattutto spirito di gruppo, come sempre. E da questo pomeriggio nel ritiro gardenese Gotti avrà i primi approcci col gruppo, ancora una volta estremamente giovane.  Un gruppo che ad oggi ha poche possibilità di avere ancora il proprio capitano. Alle manifestazioni di interesse, così le ha chiamate Pecini, di Torino e Fiorentina, non sono seguite istanze formali ma appare chiaro che il 24enne spezzino voglia comunque e legittimamente cambiare aria, trovare nuovi stimoli e, con un contratto adeguato anche in durata, voglia garantirsi di proseguire a giocare in A fin quasi la soglia dei 30. Non si spiegherebbe altrimenti questa chiusura, ad oggi categorica, a rinnovare con la squadra della sua città della quale è diventato il simbolo. Se l’empatia del ‘normalizzatore’  riuscirà ad aprire un pertugio col capitano e a placare l’irruenza fuori le righe di Mbala lo scopriremo a breve.
     
     

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