Calciomercato.com

  • Getty Images
    Spalmania: la solitudine dei numeri 9

    Spalmania: la solitudine dei numeri 9

    • Leonardo Valente
    La prima sconfitta nel fortino del “Paolo Mazza” è difficile da digerire, perché dopo la notte da sogno contro l’Udinese e la voglia di riscatto post ottima figura a San Siro c’erano tutti gli indizi per un pomeriggio vincente contro una diretta rivale per la salvezza. Sembrava un copione scritto ad hoc soprattutto per Marco Borriello, l’osservato speciale dell’incontro, che dopo i litigi di quest’estate in terra sarda aveva l’occasione giusta per dimostrare quanto fosse stata pesante la sua cessione per Rastelli e company. Invece per il numero 22 spallino, che il numero 9 lo ha nel sangue, non è stata una domenica semplice e alla fine i gol non sono arrivati e tantomeno i tre punti.

    Una partita difficile che ha visto l’attaccante napoletano imbrigliato nella morsa di Ceppitelli e Pisacane. Isolato quasi sempre dall’azione e costretto ad abbassarsi sulla linea dei centrocampisti per poter giocare qualche pallone, non potendo attaccare mai la profondità e non riuscendo a ricevere nessuno dei tantissimi traversoni arrivati dalla destra e dalla sinistra, ma questo è stato soprattutto un problema degli esterni e della loro imprecisione. Inoltre, a condire il tutto, si è vista una SPAL ben organizzata in fase di palleggio, come al solito, ma poco coraggiosa nel provare la stoccata in verticale e ossessionata dal tentare l’incursione sulla corsia destra di Manuel Lazzari imbeccato da Schiattarella. La fase di regia di Viviani non è stata quasi mai utilizzata per la manovra offensiva e Borriello, insieme all’altro numero 9 che preferisce il 43, Alberto Paloschi, si sono ritrovati nel bel mezzo della gabbia rossoblu con pochissime occasioni a disposizione.

    Semplici, a fine partita, ha subito voluto lanciare un messaggio forte, radunando tutta la squadra intorno a sé per dare nuovamente la carica giusta ad un gruppo che mercoledì sera dovrà ripresentarsi a San Siro, questa volta sponda rossonera, per poi prepararsi all’invasione azzurra del Napoli di sabato prossimo. In sala stampa ha voluto subito chiarire che i complimenti fanno bene e sono piacevoli, ma è arrivato il momento di mettere il coltello fra i denti ed iniziare a lottare se si vuole rimanere aggrappati a questo sogno. Sicuramente l’allenatore toscano ha le sue responsabilità, eppure ha provato in tutti i modi a ribaltare il risultato imposto da Barella e il gioiello di Joao Pedro, inserendo sul manto verde tutto il parco attaccanti a disposizione. Antenucci prima e Bonazzoli poi (quest’ultimo per Vaisanen dando vita ad un 4-3-3) hanno avuto l’occasione per ritagliarsi lo spazio al quale ambiscono, ma anche per loro due la solitudine dei numeri 9 è stata fatale. Da evidenziare solamente una rovesciata dell’attaccante molisano e un debole tentativo del giovane classe ’97 che il numero 9 lo ha davvero sulle spalle, ma che è sembrato ancora troppo acerbo per la categoria.

    Insomma è stata una giornata no per gli attaccanti, per tutti e quattro, con le occasioni più importanti capitate sui piedi di Paloschi, che però si è fatto murare dalla difesa e ha lasciato la casella dei gol segnati ancora vuota, e sulla punizione di Borriello respinta da Cragno. I prossimi due impegni non saranno per niente facili e sicuramente non è dalle prossime due gare che passano le speranze di salvezza della SPAL, ma se è arrivato il momento di mettere il coltello in mezzo ai denti bisogna affidarsi alla voglia di tornare al gol dei bomber a disposizione, in attesa del ritorno di chi aveva saputo dare il giusto equilibrio al reparto nelle prime uscite, ovvero Sergio Floccari, l’assenza più pesante che ha lasciato, per ora, i numeri 9 nella loro solitudine.
     

     

    Altre Notizie