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'Spalletti vuole giocatori che sappiano dribblare? In Italia non ne esistono'
in una recente intervista Luciano Spalletti non ha fatto mistero del suo desiderio di rinforzare l'Inter per la prossima stagione con due calciatori che saltino l'uomo. Secondo me ha pienamente ragione, ma i calciatori che sta cercando non potranno mai essere italiani. Vi spiego perché. Premetto che io sono un papà di un calciatore - esterno alto - che ha fatto tutte le giovanili in una squadra professionistica di serie B e che ora si ritrova a tentare di entrare nel calcio che conta dopo una stagione discreta in serie D. Il suo problema è sempre stato uno e solo: la voglia di saltare l'uomo! E' stato un problema perché tutti gli allenatori che ha avuto lo mettevano in panchina non appena in una stessa partita cercava più di una volta di saltare gli avversari con il dribbling. In Italia la mentalità che inculcano nei ragazzini è quella di non tentare giocate individuali, poi quando in serie A gli allenatori hanno difficoltà a vincere cercano disperatamente i calciatori fantasiosi che sappiano saltare l'uomo. Non li troveranno, però, nel nostro campionato dove i giocatori sono stati "amputati" del loro estro e fantasia sin dai primi calci. Ecco che allora Spalletti dovrà cercare oltre i confini nazionali i calciatori che possano far fare un salto di qualità alla sua Inter. In Italia si insegna a non saltare l'uomo! Quanto a mio figlio, è probabile che decideremo con il suo procuratore di andare a giocare all'estero in campionati meno blindati tatticamente. Grazie per l'attenzione. Federico '59
Gentile Federico,
mi è già capitato di rispondere a uno sfogo simile al suo usando le parole del grande Mino Favini, il mago di Meda, che consigliava ai genitori di non iscrivere i propri figli nelle scuole calcio dove "vietano" il dribbling. Ebbene, concordo pienamente con quanto Lei ha scritto seppure con una annotazione a margine: il dribbling va bene purché sia usato, come dicevano i latini, "cum grano salis", cioè con un pizzico di buon senso, senza esagerare, senza incaponirsi per più di una volta nel corso della stessa partita a voler a tutti i costi saltare l'uomo. E' proprio la reiterazione del dribbling - ovviamente non andato a buon fine - a far imbestialire gli allenatori. Il dribbling va usato con raziocinio e con i tempi giusti. Circa il suo j'accuse che Spalletti dovrà cercare calciatori all'estero non sono pienamente d'accordo. I calciatori in grado di creare superiorità numerica in Italia ci sono (cito, ad esempio, Simone Verdi del Bologna), ma è anche vero che di un po' di esterofilia calcistica siamo tutti imbevuti, dirigenti, allenatori e, perché no, anche noi procuratori sportivi!
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