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    Spalletti: 'Vinco Europei e Mondiali, poi lascio. Basta con la Playstation! De Laurentiis? Ne esistono 4-5 diversi...'

    Spalletti: 'Vinco Europei e Mondiali, poi lascio. Basta con la Playstation! De Laurentiis? Ne esistono 4-5 diversi...'

    • Redazione CM
    Il ct della Nazionale Luciano Spalletti ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato di propositi e ambizioni in vista del prossimo Europeo, dettato la linea su quella che sarà la sua gestione del gruppo azzurro sul piano dei comportamenti e rispondendo a tono alle recenti dichiarazioni del suo ex presidente al Napoli, Aurelio De Laurentiis, che lo aveva chiamato in causa come responsabile della mancata conquista della Champions League nella passata stagione, oltre a ribadire la sua versione dei fatti sull’addio consumatosi nel giugno scorso.

    EUROPEO 2024, IL GIRONE DELL'ITALIA

    AMBIZIONE - "Io ho bisogno di far venire fuori una Nazionale forte, non mi accontento di nulla. Voglio vincere l’Europeo e poi voglio vincere il Mondiale. Poi possiamo uscire anche subito, ma i discorsi che faccio alla squadra sono quelli che si aspettano tutti gli italiani: noi si va in Germania per vincere, non per partecipare. Lo richiede la nostra storia. Per riuscirci ho bisogno che questi calciatori diventino meglio di quello che sono. Non ho il tempo di esercitarli: serve qualcosa che gli entri dentro e gli accenda un fuoco, gli faccia sgranare gli occhi, gli dia la convinzione di potercela fare”, esordisce Spalletti. Che poi fa il quadro delle nazionali maggiormente accreditate alla vittoria oggi: "Lo so che Inghilterra, Francia, Spagna e Germania sono forti, ma noi possiamo essere alla loro altezza. Però non si vince con calciatori che giocano bene solo per 20’ ma con quelli che fanno tante cose per 90’. E che sono dentro la partita anche se entrano dalla panchina o se sono in tribuna. Le energie mentali non vanno sprecate per gestire chi mette il muso. Perché sono energie tolte alla preparazione delle partite e noi non possiamo permettercelo. Per questo dobbiamo scegliere ragazzi propositivi, affidabili, con entusiasmo. Chi non ha queste caratteristiche può stare a casa, non ci serve. Voglio un gruppo sano e lasciare un’orma in questi tre anni, poi posso anche smettere. Magari cambierò ruolo, perché avrò difficoltà dopo l’Italia a fare ancora l’allenatore”.

    DE LAURENTIIS: 'TUTTA COLPA DI SPALLETTI'

    I TANTI VOLTI DI ADL - Nelle scorse settimane il numero uno del Napoli Aurelio De Laurentiis è tornato ad attaccare Spalletti per l’epilogo della sua avventura dopo la conquista dello scudetto. Questa la replica del ct della Nazionale: "Quale dei De Laurentiis ha parlato? Ce ne sono 4-5 in giro e non mi riferisco ai figli... C’è quello grato, quello malinconico, quello rancoroso, quello retroscenista. Gli auguro di centrare il Mondiale per Club che garantisce enormi introiti, nel ranking del Napoli c’è anche la mia mano". Il legame tra Spalletti e i tifosi del Napoli è ancora molto forte, complice le difficoltà della squadra in questa stagione, e il ct svela alla Gazzetta dello Sport un episodio accadutogli recentemente: Sono andato a vedere Milan-Napoli, ero al bar nella zona Lounge: un bambino tifoso del Napoli a 7-8 metri ha cominciato a fissarmi. Quando il papà gli ha dato il permesso è corso da me e si è attaccato alle gambe: piangeva. L’ho preso in braccio e ancora singhiozzava. Avrei voluto chiedere al papà il numero di telefono. Se sta leggendo o qualcuno lo conosce, vorrei tanto riparlare con quel bambino che mi ha stretto il cuore".

    BASTA PLAYSTATION - Sui valori e sulle regole che vuole che siano rispettati all’interno del gruppo della Nazionale: "Si parte da lì. Quella è la base su cui poi si deve aggiungere il talento. Maglia, valori, orgoglio, responsabilità, non sono parole che uso a caso, anche se qualcuno deve averlo pensato... Alcuni giocatori devono aver creduto che Spalletti abbaia e poi non ha i dentini, invece si sbagliano e ora ci sono delle cose che vanno messe in chiaro. Da qui in avanti le Playstation le lasciano a casa e non le portano più. Glielo invento io un giochino a cui pensare per distrarsi la notte. Vengono da me e gli do i compiti da fare la sera se non sono bastati quelli di giorno. Perché in Nazionale si sta sul pezzo, concentrati, non si cazzeggia. Ripeto lo slogan degli All Blacks, 'Niente teste di ca... qui. I cellulari devo sopportarli, ma non possono essere tenuti sul lettino dei massaggi e durante le cure. Ho parlato di videogiochi perché ci sono state cose che NON mi sono piaciute e il “non” la prego di scriverlo in maiuscolo. Voglio far rivivere i raduni e i ritiri di un tempo: vecchie abitudini e atmosfere. Cose semplici e sane. E Buffon in questo mi aiuterà. Se la modernità è giocare alla Playstation fino alle 4 di mattina quando c'è la partita il giorno dopo, allora questa modernità non va bene. Viviamo in un mondo che poco incentiva il duro lavoro, il sudarsi le cose: i ragazzi di oggi preferiscono mettere una foto su Instagram con il capello fatto piuttosto che abbassare la testa e pedalare. Questi non sono i valori che la mia Italia deve trasmettere. Si viene in Nazionale con gli occhi che ridono e con il cuore che batte e ci si sta come un branco di lupi che vanno in fila indiana per spingere il compagno davanti e non lasciare nessuno indietro. Gli italiani chiedono una Nazionale cazzuta e responsabile, solida e spavalda. Si viene in Nazionale per vincere l’Europeo non per vincere a Call of Duty”.

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