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Spalletti spieghi perché ha tenuto in campo l'ectoplasma Borja e Perisic. E quel Ranocchia punta con Eder fuori...
L’Inter perde a Torino (1-0) e spreca l’occasione di raggiungere o addirittura sorpassare la Roma al terzo posto. Una sconfitta frutto di un solo tiro in porta (nel primo tempo), per di più generato da un assist al contrario, è sicuramente indigeribile, ma Spalletti dovrebbe spiegare perché ha rimesso in campo l’ectoplasma Borja Valero (al posto di Rafinha) e perché ci ha tenuto Perisic fino alla fine.
Il croato è stato di gran lunga il peggiore in campo, insieme a Mauro Icardi. Infatti la sfortuna, le parate di Sirigu e l’atteggiamento iperdifensivo del Toro (negli ultimi venti minuti si è rintanato nella propria metacampo con un 4-6-0 d’altri tempi) non spiegano tutto. E non è vero - come ha detto Daniele Adani su Sky - che l’Inter ha giocato la stessa partita di Genova (dove vinse 5-0 con la Sampdoria) “solo” senza trovare il conforto del gol. L’Inter ha sbagliato troppo. Sia in fase offensiva, sia quando si è trattato di difendere sui pochi contropiede granata. Clamorosa la serie di errori che ha prodotto il gol decisivo (35’ del primo tempo).
Belotti conduce un contropiede in parità numerica, esita a lungo invitando i compagni allo smarcamento, si fa rimontare e precedere da Perisic che fa una cosa buona (gli porta via palla) e una cattiva (non la controlla).
Anzi, l’intervento difensivo dell’interista, diventa un assist prodigioso per De Silvestri che scatta in area oltre D’Ambrosio, preso in controtempo. Il terzino granata mette il pallone sul secondo palo dove Ljajic tocca in rete. Nella fattispecie va a vuoto anche Skriniar che perde il riferimento della palla e non marca l’avversario. In pratica è preso in mezzo.
E’ vero che fino a quel momento l’Inter aveva collezionato quattro palle gol, ma il portiere granata era stato determinante solo su una girata di Icardi da dentro l’area. Il resto va ascritto alla leggerezza di Perisic, che non approfitta di un’uscita maldestra (l’unica) di Sirigu, e alla velleità di Candreva che ha concluso un paio di volte da fuori.
Sirigu è stato efficace, ma difficilmente certe conclusioni possono trasformarsi in gol. Relativamente più rischioso un colpo di testa di Perisic che ha scheggiato la traversa (e questa volta sì, Sirigu sarebbe stato battuto).
Sono sempre restìo a cercare una qualche verità nei numeri (per me un’autentica impostura al razionalismo sportivo), tuttavia non posso trascurare i dati che, come al solito, mi fornisce lo statistico Massimo Fiandrino. Dopo aver collezionato 10 punti in quattro partite (Benevento, Sampdoria, Verona e Napoli), l’Inter non segna da 221 minuti (ultimo centro Icardi con il Verona).
Il centravanti e capitano argentino ha mancato un paio di gol facili nel derby con il Milan, mentre a Torino è stato più avulso dal gioco nonostante 16 calci d’angolo a favore (ovvero la palla sempre dentro l’area) e una serie di cross proposti da Cancelo dalla destra.
Costretto a sostituire il malconcio Candreva (14’ della ripresa), Spalletti ha inserito Rafinha chiedendo però a Cancelo di fare l’ala, al brasiliano di accentrarsi e di svariare dietro Icardi. L’operazione ha regalato all’Inter una maggiore pressione, tanto che, oltre ad un palo di Rafinha (25’), i nerazzurri sono stati pericolosi di testa sia con Skriniar (15’, risposta di Sirigu), sia con MIranda (19’, salvataggio di Nkoulou).
Un po’ di brio è arrivato anche dall’ingresso in campo di Karamoh al posto dell’inutile Borja Valero, ma Sirigu è stato reattivo anche su un tiro del giovane attaccante.
Partita a senso unico?
Sì, anche se il Torino due occasioni le ha avute. Una (con tiro di Ljajic fuori, dopo sgropata di Ansaldi), l’altra con deviazione anomala di De Silvestri su punizione sempre di Ljajic. Troppo poco per meritare di vincere una partita.
Certo, se per pareggiarla, Spalletti ha preferito Ranocchia, accanto a Icardi, negli ultimi sette minuti (compreso il recupero) vuol dire che le quotazioni di Eder sono vicine allo zero e che anche le idee tattiche erano finite. Non restava che la palla alta sulla quale, però, i torinisti erano in superiorità numerica.
Non c’è nulla che possa consolare l’Inter della sconfitta. Nemmeno la prestazione di Brozovic che ha rammendato e inventato calcio. Deve imparare ad essere più continuo. Un’altra virtù che l’Inter ha smarrito troppo presto.