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  • Spalletti, ma ci prendi in giro?

    Spalletti, ma ci prendi in giro?

    • Stefano Agresti
    Doverosa premessa: non è nostra intenzione, con questo articolo, prendere le difese della categoria dei giornalisti. Nessun corporativismo, insomma. Di giornalisti, così come di idraulici o di elettricisti, ce ne sono di straordinari, di bravi e di meno bravi; di coraggiosi e di pusillanimi. L’intento è semplicemente quello di tutelare chi i giornalisti li ascolta perché sono il tramite con i personaggi pubblici - nel nostro caso i protagonisti del calcio. Insomma: è giusto che la gente venga informata in modo corretto.

    Negli ultimi giorni Lazio e Roma sono state accomunate dalla scorrettezza che hanno usato nei confronti del loro pubblico, dei loro tifosi, trattando i giornalisti in modo inaccettabile.

    Lotito, nel bel mezzo della bufera Bielsa, con i tifosi della Lazio giustamente inferociti per le misere figure che il club continua a rimediare in giro per il mondo, ha convocato una conferenza stampa e si è rifiutato di rispondere alle domande. Una specie di comizio, insomma, dal balcone di Formello. Nessuno ha potuto chiedergli, ad esempio, se davvero avesse promesso a Bielsa tutti quegli acquisti, né perché avesse contattato tredici allenatori oppure se non ritenesse grave che il popolo della Lazio avesse completamente abbandonato lo stadio Olimpico a causa dei suoi comportamenti. Altri cento avrebbero potuto essere i quesiti, gli stessi che gli avrebbero rivolto i tifosi: li ha rifiutati tutti, mentre un solerte responsabile della comunicazione invitava con vigore la platea dei giornalisti ad accettare il diktat del suo arrogante presidente (e alcuni dei presenti lasciavano la sala per protesta). “Non parlo pubblicamente da un anno e mezzo”, ha detto Lotito. Per quanto ci riguarda poteva continuare a stare zitto per altri quindici, di anni: avremmo dormito lo stesso.

    Poi ci è toccato assistere all’imbarazzante conferenza stampa di Spalletti, il quale ha sostenuto che i giornalisti sono contro Totti: “Siete voi a volere che lui smetta, parlate delle sue ultime partite e cose del genere, invece io voglio che abbia la possibilità di continuare a giocare”. Ora, noi non sappiamo se la stampa romana, quando a inizio anno è esploso il caso Totti, abbia esagerato schierandosi in modo compatto e duro dalla parte del capitano giallorosso. E’ però certo che raramente abbiamo assistito a una contrapposizione così netta e marcata: da una parte Spalletti, con la Roma goffamente aggrappata a lui, e dall’altra Totti sostenuto dai tifosi e dai giornalisti quasi al completo. Spalletti adesso ribalta completamente la verità, forse scottato da tutti i gol che Francesco ha segnato quando lui lo mandava in campo per una manciata di minuti, sottoponendolo a immeritate umiliazioni: grottesco, quasi surreale. Di certo senza pudore. Anche perché, se si informa, scoprirà che è proprio la Roma, con alcuni suoi sponsor, ad avere progettato le passerelle d'addio di Totti durante tutta la stagione, con tanto di magliette in vendita per celebrare l'ultimo campionato del capitano, giusto per raccogliere qualche soldo qua e là.

    In mezzo a tutta questa montagna di arroganza e bugie, Lazio e Roma hanno anche ‘punito’ i giornalisti. La Lazio nella scorsa stagione ha lasciato fuori due colleghi sgraditi alla società; la Roma adesso, nel ritiro di Pinzolo, ha ritirato l’accredito all’inviato di un’emittente radiofonica della Capitale perché ha trasmesso (ma in differita) la conferenza stampa di Spalletti, una decisione che sa tanto di provvedimento punitivo.

    Da Lotito, francamente, non ci aspettiamo niente di meglio da questo. Cinque anni fa speravamo invece che gli americani portassero una cultura diversa nel nostro calcio, anche a livello di comunicazione: maggiore apertura verso l’esterno, coinvolgimento totale dei tifosi nel progetto. Niente di tutto questo. Abbiamo trovato, nei manager a stelle e strisce (o nei loro derivati), la medesima prepotenza di tanti nostri vecchi dirigenti (non tutti, per fortuna). Dispiace soprattutto per i tifosi, presi in giro da chi non vuole rispondere alle loro domande e da chi ha la faccia tosta di negare una verità acclarata.

    @steagresti
     
     

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