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    Spalletti: 'Convocazioni per gli Europei fatte all'80%. Scamacca? Se è questo, diventa difficile...'

    Spalletti: 'Convocazioni per gli Europei fatte all'80%. Scamacca? Se è questo, diventa difficile...'

    Nel giorno della presentazione ufficiale, a Roma, della nuova piattaforma Vivo Azzurro TV - che metterà a disposizione contenuti originali, inediti e in esclusiva delle Nazionali italiane di calcio, insieme ad un’ampia serie di approfondimenti dedicati al calcio giovanile, ai progetti sociali, all’attività paralimpica, alle iniziative istituzionali, al ruolo degli arbitri, alla formazione tecnica e all’educazione sportiva - il ct della Nazionale Luciano Spalletti è tornato a parlare delle scelte definitive, che si avvicinano, in vista dei prossimi Europei.

    CI SIAMO QUASI - L’Italia farà il suo esordio contro l’Albania il prossimo 15 giugno, in un raggruppamento in cui andremo ad affrontare anche Croazia e Spagna. “Le convocazioni per Euro2024 sono fatte all’80%, ma poi c’è una finestra del 20% in cui siamo sempre pronti ad abbracciare chi vuole stare dentro, o far uscire chi pensa che la Nazionale sia un giochino personale. A quelli che restano a casa dobbiamo dimostrare questo ed essere all’altezza della situazione. I tifosi non devono avere la sensazione di avere a che fare con bambini viziati, ma con ragazzi serissimi”.

    ATTACCO E DIFESA - Spalletti si è poi soffermato su alcune situazioni individuali, reparto per reparto: "Se Scamacca è questo, diventa difficile tenerlo fuori. Io l'ho fatto giocare nelle partite fondamentali prima di essere convocati. Che ora mi si viene a dire qualcosa... Retegui ha fatto bene, Raspadori lo conosco benissimo. Lucca sta crescendo sempre. Abbiamo qualche potenzialità che ci può mettere a posto qualcosa, noi dobbiamo stare attenti a tutto. Difesa a tre? Dobbiamo essere aperti a tutto. Dobbiamo fare un calcio libero. Non ho mai avuto il mio calcio e non voglio averlo neanche ora. Si va a giocare cercando di mettere insieme una squadra che abbia la sua forza e che però sia libera. Se in questa libertà si riesce a essere squadra, a dividersi le fatiche, tutti attaccano e tutti difendono, tutti un po' numeri dieci. Si ha tutti due numeri sulla maglia, perché tutti devono saper fare la giocata che nessuno si aspetta e che emoziona". 

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