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  • Spalle alla porta? No, Origi è un ‘mangiacampo’: porta un po' di Klopp nel Milan

    Spalle alla porta? No, Origi è un ‘mangiacampo’: porta un po' di Klopp nel Milan

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    In un articolo del 28 maggio 2022 (“Milan, perché Origi è perfetto per il Piolismo”), presentando l’ex Liverpool, mi ero concentrato su una qualità particolare dell’attaccante: la velocità d’esecuzione. Con entrambi i piedi, dal limite o dentro l’area, Origi ha una meccanica di calcio da esterno rapido in un corpo da centravanti. E in effetti gli è bastata la prima da titolare per darcene un saggio. Contro il Monza ha segnato un gol surplus, è vero, ma bello e soprattutto significativo, in quanto rappresenta bene questa sua caratteristica. Non siamo abituati a vedere Giroud segnare così. O mi sbaglio? Ecco, proprio i 78 minuti di Divock col Monza ci consentono di approfondire e tracciare meglio alcune differenze fondamentali fra Origi e l’attaccante francese. Pioli, in base all’avversario che si troverà di fronte, saprà come servirsene, scegliendo un’opzione e scartando l’altra, oppure dosandole nell’arco della stessa partita. Ma entriamo nel merito e vediamo precisamente in cosa Origi si distingue da Giroud.  


    SCATTO-SCATTO - Per semplificare, potremmo dire che Olivier è un giocatore da scatto e colpo, Origi invece da scatto-scatto. Nel senso che può legarne insieme due o tre prima di effettuare la giocata, senza perdere velocità. In una parola, il belga è più mobile e dinamico. Ma non è tanto e solo una questione di resistenza, di abbondanza o risparmio di energie a seconda dell’interprete. Sono scenari diversi che si aprono sul campo per l’attacco rossonero. Giroud resterà più ancorato all’asse centrale, con un gioco di sponde sicuramente più raffinato e completo. Più spalle alla porta, più uomo d’area. Origi godrà di più certi tagli interno-esterno, perché con questa sua capacità di sommare scatto a scatto, risulterà utile al Milan in un altro modo.

    Spalle alla porta? No, Origi è un ‘mangiacampo’: porta un po' di Klopp nel Milan

    Così, lo vedete bene in questa sequenza di Milan-Monza, una palla in fascia rincorsa dal centravanti non servirà solo per far salire la squadra. Non sarà Giroud che arriva, protegge e scarica (scatto e giocata). Lavoro sempre prezioso ma che ‘rompe’ o ‘placa’ la ripartenza. Origi insisterà, allungherà, protrarrà idealmente la transizione, aggiungendo un pezzo in verticale. Qui sotto infatti, dopo aver raggiunto il pallone in fascia dopo il taglio, punta subito Marì, legando l’uno contro uno alla corsa precedente (scatto-scatto).

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    E in questo modo il Milan è già in area (scatto + scatto + giocata).

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    IL ‘MANGIACAMPO’ - Prendendo un’altra situazione, si capisce ancora meglio che son punti. L’azione del raddoppio rossonero, la ricordate? Origi fa l’assist per Brahim Diaz. Niente di che, se guardiamo solo la punta dell’iceberg. Una scelta giusta, al massimo. Ma prima cosa fa Origi di importante? Questa roba qui, che Olivier per quanto bravo non può offrirla alla squadra.

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    Sulla palla alzata da Pobega sopra Caldirola, Origi preme l’acceleratore e brucia il centrale del Monza. Dopodiché a questo scatto ‘lega’ più avanti una minaccia di uno contro uno in fascia. Ciò costringerà i difensori brianzoli a correre indietro e permetterà a Brahim Diaz di ricevere in area il pallone del 2 a 0. Non uno scarico, ma una palla-gol. Origi mangia campo.

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    SPALLE ALLA PORTA? NO, GRAZIE… - Un’altra differenza rispetto a Giroud, forse più difficile da notare, sta nel modo in cui Origi si smarca in zona centrale e si orienta nello spazio per dialogare coi compagni che arrivano da dietro. È come se riuscisse anche qui a trasformare una situazione di gioco chiuso in gioco aperto, fronte alla porta. Questo probabilmente grazie a una tensione verticale, costruita da Klopp negli anni di Liverpool. Vi cito due esempi e concludo. Siamo nel primo tempo di Milan-Monza, Dest scende in diagonale dentro al campo e Origi dapprima gli va incontro per una sponda. Dest continua palla al piede, di conseguenza Divock è costretto a fargli spazio.

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    Si alza correndo all’indietro, abbassa la difesa e infine riceve mentre si orienta verso la porta girandosi a destra.

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    Nel suo DNA c’è scritto di ricevere possibilmente guardando la porta. E appena può Divock lo fa, è attentissimo a questa cosa. Non perde tempo con sponde di troppo.

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    Prendete anche il suo movimento nell’azione del gol del 3 a 0. Lo spazio per calciare se l’è creato prima, interpretando ‘da Origi’ e non ‘da Giroud’ quella situazione particolare. Mi spiego meglio. Mentre Messias saltava Carboni sulla destra, Origi si era mosso verso di lui dal centro del campo, cosa che avrebbe fatto anche Giroud. Poi Messias, superato l’avversario, punta verso il centro, e Origi inizia a muoversi per ricevere un certo tipo di pallone.

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    E con un certo tipo di spazio attorno a sé. Si crea ‘la stanza’ del cecchino. Un intervallo di spazio-tempo che può sfruttare con la sua facilità di calcio pazzesca. 

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