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    Spagna: il premier Rajoy sospende l'autonomia della Catalogna, anche il Barcellona va all'attacco

    Spagna: il premier Rajoy sospende l'autonomia della Catalogna, anche il Barcellona va all'attacco

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    E' un giorno storico per la Spagna e che rischia di avere ripercussioni molto pesanti sull'assetto politico del Paese. Dopo due ore di riunione in un consiglio dei ministri convocato straordinariamente, il premier Mariano Rajoy ha deciso di applicare l'articolo 155 della Costituzione e di sospendere temporaneamente l'autonomia della Catalogna, che nelle passate settimane aveva indetto e svolto un referendum sull'indipendenza dichiarato da subito illegittimo dal governo centrale. Ora Rajoy e il suo esecutivo chiederanno al Senato lo scioglimento del Parlamento Catalano e la convocazione di nuove elezioni entro sei mesi, la rimozione del President Carles Puigdemont, del suo vice e dei suoi consiglieri per poter indire nuove elezioni.

    Una decisione senza precedenti, come ha spiegato lo stesso presidente del consiglio: "Questo è stato un processo totalmente unilaterale e contrario alla legge per imporre al governo spagnolo di accettare il referendum sull'indipendenza. Per tutti questi motivi, il governo ha dovuto applicare l'articolo 155 della Costituzione, non era il nostro desiderio e non era la nostra volontà. Non era mai successo prima". Le replica da parte delle opposizioni, a partire da quello del presidente catalano Puidgemont, sono state immediate: "E' un colpo di Stato contro il popolo della Catalogna", mentre Podemos ha parlato di "sospensione della democrazia non solo in Catalogna ma anche in Spagna".

    Una situazione che non ha lasciato indifferente nemmeno il Barcellona e il suo presidente Josep Bartomeu in occasione dell'odierna assemblea dei soci: "Nessuno può appropriarsi indebitamente del nostro stemma e della nosta bandiera. Il 20 settembre scorso ci sono state delle operazioni nei controlli delle istituzioni catalante e degli arresti che vanno contro la democrazia, la libertà di espressione e il diritto a decidere, principi che abbiamo sempre messo davanti a tutti rispettando le opinioni di tutti. Poi, il 1° ottobre, abbiamo vissuto una situazione straordinaria giocando una partita a porte chiuse, contro il parere di molti soci e nonostante fatti molto gravi che si erano verificati in precedenza (le cariche della Guardia Civil ai seggi elettorali)".

     

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