Zenit sì, Zenit no. Ha fatto molto discutere in settimana la presunta cena “di lavoro” a cuiPaulo Sousa avrebbe partecipato nella prestigiosissima Villa Cora, sulle colline fiorentine. Il portoghese si è di fatto discolpato, evitando di giustificarsi in quanto più che in diritto di andare a cena con chicchessia senza doverne dare conto ad alcuno. Una cena con lo Zenit che a noi non risulta ci sia stata, ma ne sono state dette di tutti i colori: dalla cena con emissari russi appunto fino alla compagnia di amici ungheresi ed austriaci che Sousa si porterebbe dietro dai tempi dell’esperienza sulla panchina del Videoton. Il tecnico viola è stato incalzato ripetutamente sia prima che dopo la partita con l’Empoli ma ha più volte ribadito di essere legato almeno per un altro anno alla Fiorentina. La formula prevedeva infatti un biennale con opzione sul terzo ma è vero anche che nel giugno scorso Sousa ruppe di fatto il suo accordo con il Basilea, in anticipo sui tempi, proprio per tornare in Italia. L’unica certezza che abbiamo tratto dal pomeriggio di oggi, oltre alla profonda crisi in cui è caduta la sua Fiorentina, è che al “Castellani” di Empoli era presente Henk Van Stee, direttore sportivo dello Zenit San Pietroburgo: impossibile in questo caso la smentita, il ds olandese era anzi molto ben visibile sulle tribune del “Castellani”. Impossibile, dall’altro lato, anche ricollegare automaticamente la sua presenza odierna con la su citata cena di Villa Cora. Nella società viola si dicono tranquilli e per nulla preoccupati delle frequentazioni di Paulo Sousa ma certo l’interesse del ricco ed ambizioso club russo inizia a diventare qualcosa in più di una semplice voce. E sul portoghese continuano a rimanere i dubbi, a prescindere dalle sue parole di attaccamento alla panchina viola.