Sousa deluso e allergico al Franchi
Il passaggio al turno successivo è quasi sicuro anche in caso di sconfitta, a meno che questa non giunga con uno scarto dai 5 gol in su. Ma resta il fatto che sia stato messo a rischio il primo posto nel girone. Soprattutto, c'è che la Fiorentina continua ad azzerare immediatamente gli effetti positivi delle vittorie in trasferta ottenute in campionato.
Era successo dopo l'eclatante 5-3 di Cagliari, vanificato dall'incredibile 1-1 casalingo contro il Crotone (che per di più, fino a 7 minuti dalla fine, era una sconfitta). Il bis è giunto dopo la vittoria 1-0 a Bologna, annullata da un altro 1-1 interno contro la Sampdoria. E ieri sera, dopo il perentorio 4-0 di Empoli della scorsa domenica, è arrivato l'indesiderato tris.
La piazza è sconcertata, e la squadra è in confusione come il suo allenatore, rimasto malvolentieri e sempre pronto a tirare frecciate alle politiche della società. La battuta su Bernardeschi e sulle squadre diverse dalla Fiorentina che ne possano assecondare le ambizioni, pronunciata alla vigilia della gara contro i greci, è stato soltanto l'ultimo passaggio di una guerra di parole che oppone il tecnico portoghese alla società a partire dalla fine dello scorso gennaio. Allorché, con la squadra ancora in corsa nelle prime posizioni di classifica, lo stato maggiore viola non operò sul mercato invernale quel rafforzamento della squadra che l'allenatore e la piazza si aspettavano.
A peggiorare le cose ha provveduto un mercato estivo fin qui fallimentare. Ne ho già parlato [QUI] e la gara di ieri sera ne ha dato un'altra dimostrazione. Erano soltanto due i nuovi arrivi sugli undici giocatori schierati a inizio gara. Un segnale in controtendenza rispetto a quanto Paulo Sousa aveva fatto nelle precedenti gare di Europa League, che erano servite anche per dare spazio ai calciatori poco utilizzati. I due mandati in campo sono stati il croato Milić (che dei nuovi è anche quello fin qui maggiormente utilizzato, a dispetto di qualità tecniche modestissime) e l'uruguayano Cristoforo. Irrilevanti entambi, così come nella ripresa il subentrato Carlos Sanchez, centrocampista colombiano che aveva iniziato bene la stagione ma poi si è involuto passando in retrovia nelle scelte di Paulo Sousa. Quanto agli altri calciatori arrivati in estate, il bilancio è desolante. Il messicano Salcedo, privilegiato per qualche settimana a Tomovic, è tornato riserva fissa. Diks e Toledo sono due X Files, per non dire dell'incomprensibile De Maio e del mediocre Maxi Olivera. Quanto al giovane portiere polacco Dragowski, non è mai stato preso in considerazione dall'allenatore. E visto lo sconcertante Lezzerini di ieri sera (c'è da immaginare che difficilmente avrà un'altra chance), ci si chiede perché sia stato portato a Firenze. Tutto ciò decreta che, a poco più di un mese dall'apertura del mercato invernale 2017, quello dell'estate 2016 condotto dall'accoppiata Corvino-Freitas debba considerarsi bocciato su tutta la linea.
Ovviamente, in condizioni del genere nessuna delle componenti può considerarsi innocente. Men che meno Paulo Sousa, che a partire da un certo momento della sua esperienza viola è diventato un fattore destabilizzante. E fra i tanti dati di questa lunga fase grigia della Fiorentina ce n'è uno che merita attenzione particolare: la perdita di efficacia nelle gare casalinghe. Dal mese di febbraio scorso l'Artemio Franchi è diventato uno stadio molto generoso. Dopo la gara vinta 2-1 contro l'Inter il 14 febbraio, i viola hanno fatto il pieno soltanto una volta nelle sei residue gare casalinghe del campionato 2015-16. È avvenuto nella gara vinta 3-1 contro il Sassuolo. Per il resto, 4 pareggi (1-1 contro Napoli, Sampdoria e persino il derelitto Verona, 0-0 contro il Palermo), e la sconfitta 1-2 contro la Juventus. Nella stagione in corso pareva che il mediocre rendimento casalingo fosse stato scacciato, dato che le prime due partite contro Chievo e Roma sono state vinte (entrambe 1-0). Ma è stata un'illusione, perchè dopo la gara contro i giallorossi la Fiorentina non ha più vinto al Franchi. Era il 18 settembre, e da allora hanno portato via punti il Milan (0-0), l'Atalanta (0-0), il Crotone (1-1) e la Sampdoria (1-1). La sconfitta di ieri contro il Paok ha dato l'ultima botta a una squadra che deve riappropriarsi in fretta del proprio fortino, se non vuole scivolare definitivamente nella mediocrità.
Perché, limitando l'analisi al campionato, le cifre parlano chiaro: nelle ultime 12 sfide al Franchi la Fiorentina ha vinto soltanto 3 volte e raggranellato 17 punti su 36. Cioè meno della metà di quelli in palio. E certo, le imprese in trasferta hanno arginato i danni. Ma non si può pensare che questo andazzo vada avanti a lungo, né pretendere che la gente viola sia contenta di veder diventare il proprio stadio un approdo sicuro per qualsiasi avversaria.
@pippoevai