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Sousa-Fiorentina: il divorzio si avvicina
SOUSA NERO - Una cosa è certa, al di là del silenzio che il tecnico si è imposto («Non parlo più di mercato, spieghino la Società e la Proprietà») le sintonie non sono più tali. Questa estate Paulo aveva detto: non cedete Savic. Amen. E’ arrivato Suarez e il portoghese ha detto che...l’affare non l’aveva fatto la Fiorentina. Aveva fatto un nome per gennaio, Lisandro Lopez: altro Amen. Allora si era convinto di Mammana. Amen, stavolta con gli insulti con il River. E allora? Allora Paulo il freddo di colpo si è scaldato. Basta, sì. Ha fatto la scelta migliore, la stessa che avevano fatto anni fa prima Cesare Prandelli e poi Vincenzo Montella: schierarsi al fianco della squadra, difendere il gruppo e solo il gruppo. Tutti dentro quello che l’ex ct aveva, con fortuna, indicato come il “Fortino” del Franchi. E tutti gli altri fuori. Nessuno agli allenamenti, nessuno nello spogliatoio durante le gare e se possibile nessuno manco sul pullman delle trasferte e nemmeno negli alberghi frequentati dai suoi giocatori per il ritiro. Sousa non avallando nessuna scelta di questo mercato finale, è rimasto nel fortino con la sua squadra. Il suo obiettivo è arrivare a giugno battendosi con i suoi giocatori come gladiatori. E poi? Beh, il passato racconta che di solito gli allenatori che prima hanno spinto per rinforzare la squadra e che si sono trincerati con la squadra (chi con più fortuna e più adesioni, chi meno) alla fine se ne sono andati.
BRUTTO CLIMA - Fa davvero impressione che intorno alla Fiorentina terza in classifica, per molti aspetti sorprendente e da applausi, stia montando questo clima da tregenda. Ma è esattamente così. Sousa forse come pochi sta interpretando l’anima della città. Basta fare un giro a Firenze, per le strade o nella rete per accorgersi che ci sono crepe ovunque. Per tanti, se non per tutti, c’era la grande opportunità di rafforzare il gruppo, immettere denaro e impegno, in una stagione che appare invitante come poche. Sarebbe bastato poco e invece la società si è limitata a prestiti e...prestiti. Il tutto, alla fine, con un «più» sul mercato. Così come era stato a luglio dove si era calato di circa 10 milioni anche il monte ingaggi generale. Un brutto clima quando invece Firenze e la Fiorentina avrebbero bisogno uno dell’altro per tentare almeno di tenere quel terzo posto in classifica e la possibilità di tornare così in Champions League.
Alessandro Rialti per Corriere dello Sport Stadio