Jacobelli: Sos Balotelli, è l'ultima volta che Prandelli ci mette la faccia. Ma se Mario non la pianta, si gioca il Mondiale
Dicono che, quando ha visto Balotelli dare in escandescenze nel finale di Milan-Napoli, persino un signore dai modi garbati qual è Cesare Prandelli abbia smoccolato. C'è un limite a tutto e, sotto l'aspetto disciplinare, l'attaccante del MIlan e della Nazionale questo limite l'ha ripetutamente, smaccatamente, platealmente superato per troppe volte. Lo dimostra il suo curriculum: 23 anni, 20 giornate di squalifica, fra club e Nazionali (compresa l'Under 21), 8 espulsioni, 78 ammonizioni in 223 gare ufficiali.
Eppure, ancora una volta il ct ha deciso di metterci la faccia, ma non ci sarà un'altra occasione. Prandelli lo ribadirà forte e chiaro a Balotelli, lunedì prossimo, a Coverciano, quando i due si ritroveranno l'uno di fronte all'altro.
Motivando il dribbling al codice etico, Cesare dixit: "Sono arrabbiato con Mario, come tutti quelli che gli vogliono bene. Non convocarlo per le gare con la Danimarca, l'11 ottobre a Copenaghen e con l'Armenia, il 15 ottobre a Napoli, sarebbe stata una punizione aggiuntiva alla punizione che sta già scontando e finirà di scontare domenica, perdendosi anche Juve-Milan. E complimenti alla società rossonera per non avere presentato reclamo: il comportamento del MiIan è stato esemplare".
Traduzione: caro Mario, piantala. O la smetti di fare sceneggiate, di essere nervoso, di farti ammonire, espellere, squalificare, di minacciare gli arbitri, di prendertela con il mondo intero o perdi il mondiale. E, perchè il concetto ti sia chiaro, voglio dirtelo di persona e ti convoco lo stesso, facendo un'eccezione al codice etico. Anche a costo di prendermi critiche di doppiopesismo e di sentirmi dire che, siccome sei tu, uso un trattamento di riguardo. Anche il Milan ti ha scaricato, non facendo ricorso: adesso devi capire che la ricreazione è finita, sennò il mondiale te lo scordi.
Prandelli si conferma un tecnico che conosce la psicologia applicata ai giocatori. Soprattutto, conosce quella di SuperMario. L'attaccante del Milan, come minimo deve coltivare la virtù della gratitudine nei confronti di un ct che ha puntato su di lui sin dal 1° luglio 2010, quando s'insediò al posto di Lippi. E ha fatto bene. Alla crescita professionale del ragazzo che ha già segnato 11 gol in Nazionale nell'arco di 26 partite, il ct ha cercato di coniugare la maturazione umana, alternando il bastone alla carota. L'ha punito con la mancata convocazione in azzurro quando, in Inghilterra, gli diedero 4 giornate per avere passeggiato su un avversario. Lo chiama proprio adesso che è stato appiedato per 3 turni dopo l'inverecondo show con De Marco.
Prandelli fa bene a comportarsi così. Tocca a Balotelli meritarsi la Nazionale. E non soltanto per i gol che fa. Ma per il modo in cui si comporta.
Xavier Jacobelli
Direttore Editoriale www.calciomercato.com