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Sono finiti gli esami per Gabbiadini?
Domenico Cicalese scrive:
Una, due, sei, tredici, ventisette, quarantacinque, cinquantotto volte. Ti prepari la borsa, regali un bacio al tuo piccolo e a chi te l’ha meravigliosamente donato, vai al quartier generale della tua squadra, sali sul pullman accompagnato dalla musica delle tue cuffiette. Vedi la strada che porta allo stadio, il mezzo scivola giù nella pancia dell’impianto. Quando metti il piede a terra puoi già sentire il rumore della folla, riesci addirittura ad isolare le singole voci di quei folli innamorati persi del simbolo che porti sul petto, proprio in corrispondenza del cuore. E allora la tensione aumenta, ma è una bella sensazione: ti fa sentire vivo, ripaga ogni tuo minimo sforzo, da quando eri bambino fino a poche ore prima di iniziare questo rito. Ti lanci nello spogliatoio alla velocità della luce, il tuo armadietto è lì che ti fissa attonito, mentre tu prendi consapevolezza che anche oggi sarà una giornata incolore. Il mister non ti ha scelto, ha preferito mandare in campo il tuo compagno/antagonista, nonostante il tuo sinistro sia divino, nonostante Tu sia uno dei migliori in circolazione. La giacca copre la divisa, purtroppo, e la cerniera continua il suo viaggio, triste, verso il collo ... >>>CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE<<<
Luca Borioni risponde:
Questo ispirato approfondimento di Domenico Cicalese ci permette di evidenziare i meriti di Manolo Gabbiadini, simbolo della solita morale: quanto è difficile in Italia trovare spazio anche se hai talento. Luogo comune? No, verità che non viene scalfita dai fatti. Colpa di un sistema vecchio gestito da una nomenclatura vecchia. Ma se Gabbiadini infila un gol, magari su una traiettoria imprendibile che ne rivela una volta di più la qualità tecnica, tutti ne sono felici perché significa che le cose possono cambiare, basta volerlo. In Napoli lo vuole e Gabbiadini non ha più incertezze. Può essere l'alba di una nuova storia di successo. >>>CLICCA QUI PER PARTECIPARE AL DIBATTITO<<<