Son segna e vende. Ma il Tottenham può perderlo per il servizio militare
LA LEVA MILITARE - Sul Tottenham però aleggia lo spettro della leva militare, c’è il timore che possa tornare in Corea del Sud per rispondere alla chiamata obbligatoria, è una legge del governo. Deve fare 21 mesi di servizio entro i 28 anni, ma potrebbe avere un rinvio come successo a Chu Young. Alcuni calciatori sudcoreani l’hanno fatta, altri no: Ki Sung-yueang, Park Ji-sung e Lee Young-pyo hanno ottenuto la sospensione o riduzione della leva militare per i loro meriti sul campo di gioco. Se avesse vinto una medaglia all’Olimpiade sarebbe stato esentato, ma è stato eliminato ai quarti dall’Honduras. Una sconfitta che ha lasciato il segno, il ragazzo era distrutto e non ha mangiato per giorni. Ma avrà un’altra occasione: vincere i Giochi Asiatici nel 2018, anche se per farlo si perderebbe l’inizio della stagione 2018-19 perché si disputano dal 18 agosto al 2 settembre. In ogni caso, se continua così, sarà difficile che dalla Corea del Sud lo possano chiamare, perché con le sue prestazioni e i suoi gol sta portando onore alla sua nazione. Un motivo in più per continuare a giocare così.
GIOIELLO DA MERCHANDISING - Perché le prestazioni di Heung-Min Son sono incredibili. Il suo inizio di stagione è stato da urlo dopo il ritorno dall’Olimpiade, forse anche perché era più in forma degli altri. Cinque gol in sei partite con due assist, sia in Premier che in Champions League (rete decisiva contro il CSKA Mosca). C’è il suo zampino nel magic moment del Tottenham, che ha iniziato a volare dopo la sconfitta all’esordio europeo contro il Monaco. Battendo il City gli Spurs hanno riaperto la Premier, ora sono secondi in classifica a meno uno. Son ha 24 anni ma in Germania, tra Amburgo e Bayer Leverkusen, aveva segnato ben 49 gol. In nazionale ha già uno score di 16 gol in 46 partite. Numeri da grande, e infatti il Tottenham l’aveva pagato 30 milioni l’anno scorso, non poco. Nel primo anno non era esploso e non era titolare fisso (quest’anno ha già segnato gli stessi gol), tanto che voleva andar via in estate. Poi Pochettino l’ha convinto a rimanere. A lui, che quando arrivò, fu vietato dalla società di comprare un’auto rossa. Rossa come l’Arsenal. Dopo un anno di ambientamento ora è un idolo dei tifosi, soprattutto di quelli sudcoreani. Il potere del merchandising l’abbiamo visto anche in Italia, da Nagatomo a Honda. Son non è solo merchandising, è molto di più. Ma è comunque impressionante: sono stato a White Hart Lane ieri e la maglia più presente sugli spalti non era quella di Alli e nemmeno di Kane. I sudcoreani con la maglia “Son 7” erano davvero tantissimi, in Asia ha un richiamo incredibile. La sua maglia è tra le più vendute di tutta la Premier, sono aspetti da tenere in considerazione e che lo rendono un acquisto ancor più azzeccato. Sonny, così è soprannominato, è un idolo in patria. Ha il sangue nelle vene: suo padre è un allenatore di una scuola calcio. E ha anche la benedizione della leggenda del calcio sudcoreano (e del Manchester United) Park Ji-sung. Per provare a diventare anche più forte di lui.