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    Solskjaer rivela: 'Proposi Haaland e ospitai Bellingham al Manchester United, ecco com'è andata'

    Solskjaer rivela: 'Proposi Haaland e ospitai Bellingham al Manchester United, ecco com'è andata'

    • Redazione CM
    Ole Gunnar Solskjaer è sempre stato uno dei primi tifosi del Manchester United: 11 anni da giocatore dal 1996 al 2007, poi tre da allenatore dal 2018 al 2021, dopo Mourinho e prima dell'attuale tecnico Ten Hag. Il periodo sulla panchina dei Red Devils, però, non è stato all'altezza di quello alla guida dell'attacco mancuniano per il norvegese, che ha risentito in maniera negativa dell'impatto del Cristiano Ronaldo-bis a Old Trafford. 

    "Abbiamo subito iniziato a pensare a come pressare, a fare dei piccoli aggiustamenti. Cristiano è diverso da Martial, Greenwood e Rashford. Cavani è stato quello che ha sofferto di più quando è arrivato. Quando la squadra aveva la palla non c'era problema, ma in fase di non possesso eravamo costretti a cambiare un po' i ruoli a cui eravamo abituati", ha detto a The Overlap. "Il ritorno di Ronaldo ha avuto le sue complicazioni. Credevo che Greenwood, Rashford e Martial potessero imparare da lui, è il più disciplinato ed è stato il migliore al mondo. Quando sono arrivato il club mi ha detto di farlo partire titolare per tre partite di fila e poi di farlo subentrare nella quarta, ma è così appassionato che quando l'ho fatto non gli è piaciuto. Insomma, non è andata bene né per me né per lui, ma era la decisione giusta in quel momento provare a farlo tornare".

    I RETROSCENA SU BELLINGHAM E HAALAND - Solskjaer ha poi raccontato di come sia Jude Bellingham sia Erling Haaland hanno avuto contatti con il club. "L'estate prima del mio arrivo ho dato un colpo di telefono alla società e ho detto loro che dovevano prendere Haaland, a 20 milioni attivando la clausola era un affare. Mi hanno risposto che avevano già abbastanza report su di lui". Bellingham invece era arrivato fino a Carrington a 17 anni, quindi quando Solskjaer era già allenatore: "C'ero io, c'era Sir Alex Ferguson, c'erano Robson e Cantona. Lui voleva avere garantito un certo minutaggio in prima squadra. Noi gli abbiamo esposto il nostro piano, ma aveva le idee chiarissime. Mai visto un 17enne così maturo. Aveva un piano preciso". 

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