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    Solo l'Inter può perdere questo scudetto. Lukaku è la ciliegina sulla torta di Conte, ma c'è ancora un difetto

    Solo l'Inter può perdere questo scudetto. Lukaku è la ciliegina sulla torta di Conte, ma c'è ancora un difetto

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Prima il sorpasso sul Milan, poi l’allungo sui rossoneri nel derby e adesso, dopo il 3-0 al Genoa, la fuga verso lo scudetto. Perché a più 7 sullo stesso Milan, in attesa del suo impegno contro la Roma, ma soprattutto a più 10 sulla Juventus campione in carica che dovrà recuperare la gara contro il Napoli, l’Inter è padrona del suo destino. E visto che siamo alla quinta giornata di ritorno e non dell’andata, si tratta di un bellissimo destino, ripensando al fatto che nelle ultime tre partite i nerazzurri hanno sempre vinto segnando tre gol: alla Lazio, al Milan e al Genoa, che non era un avversario facile. Eppure, dopo due pareggi e tre vittorie nelle ultime cinque gare, la rilanciata squadra di Ballardini si è dovuta arrendere alla corazzata di Conte e soltanto le grandi parate di Perin hanno limitato le dimensioni della sconfitta, fotografata perfettamente dal punteggio finale, firmato da tre marcatori, Lukaku, Darmian e Sanchez, a testimonianza del fatto che l’Inter è una squadra completa, in cui il gigante belga è la classica ciliegina sulla torta.

    NEL SEGNO DEL 31 - Pronti via e l’Inter va subito in vantaggio. Bastoni allunga a Barella, bravo a lanciare su Lukaku che scambia con Lautaro Martinez e di destro infila il diagonale dell’1-0, seminando il malcapitato Zapata. Per chi crede ai numeri, sono passati soltanto 31 secondi dall’inizio, 31 come la somma dei gol segnati in campionato dalla coppia Lukaku (18) e Lautaro (13). Colpito, ma non ancora affondato, il Genoa prova a rialzarsi con il suo elastico 3-5-2 in cui Ballardini cambia molti giocatori, rispetto alle previsioni. Davanti al terzetto difensivo composto da Goldaniga, Radovanovic e Zapata, preferito a capitan Criscito, si muovono i tre centrali Melegoni, Rovella e Strootman, tra i due esterni Ghiglione e Czyborra, incaricati di smarcare le due punte Pjaca e Scamacca.

    CONTROPIEDE INTER - Le ottime intenzioni della squadra di Balladini, che palleggia bene ma conclude poco, offrono così all’Inter la possibilità di sfruttare la sua arma migliore e cioè il contropiede, che rimane una qualità spettacolare quando gli interpreti sono in grado di esaltarla. Anche da questo punto di vista l’Inter è al primo posto in classifica, perché Brozovic è bravo a giocare di prima verso Eriksen che ha il lancio lungo e Barella sempre pronto a strappare in verticale e al resto provvedono gli scatti impressionanti di Lukaku e l’agilità di Lautaro. Il risultato è una serie di occasioni da gol che soltanto l’abilità di Perin riesce a neutralizzare, un po’ per la sua bravura e un po’ per la mancanza di precisione dei nerazzurri al momento del dunque. Mentre dalla parte opposta Handanovic non deve fare gli straordinari grazie anche alla affiatata cerniera difensiva che lo protegge con De Vrrij sempre più sicuro tra Skriniar e Bastoni.

    SOLITO DIFETTO - E così, incredibilmente ripensando alla conclusione fuori di poco di Darmian che non fa rimpiangere lo squalificato Hakimi, o alla traversa pizzicata nella parte superiore da Barella, il primo tempo si conclude soltanto sull’1-0 per l’Inter. In pratica è questo l’unico, e non nuovo, difetto della capolista che semina tanto ma non sempre raccoglie in proporzione, come nel derby della settimana scorsa stravinto soltanto alla distanza. Dall’alto della sua esperienza, Ballardini si rende conto che può ancora sperare nel pareggio e allora dopo l’intervallo ritocca la squadra, inserendo Onguenè in difesa al posto di Goldaniga e Behrami a centrocampo al posto di Strootman.

    ILLUSIONE GENOA - La mossa serve per dare coraggio ai rossoblù che rischiano meno del primo tempo e si avvicinano di più ad Handanovic. Per pareggiare, però, ci vuole altro e allora Ballardini dopo un quarto d’ora gioca le sue ultime carte. Fuori Ghiglione e Scamacca, dentro Shomurodov e soprattutto Pandev, indimenticato protagonista del “triplete” interista. Proprio nel suo momento migliore, però, il Genoa ricade nella trappola dell’Inter, che vola in contropiede e raddoppia. Lukaku prima si infila di forza tra Zapata e Onguenè, poi smarca Darmian pronto a battere da pochi passi Perin, anticipando il disperato recupero di Czyborra.

    VALANGA INTER - Potrebbe bastare così e infatti Conte, decide di risparmiare Brozovic e Lautaro rilanciando Gagliardini e Sanchez. E proprio il cileno va in gol al primo pallone che tocca, anche se deve aspettare ad esultare perché soltanto l’intervento del Var convalida la sua rete dopo una grande respinta di Perin su tiro di Lukaku. E’ il 3-0 che seppellisce definitivamente il Genoa. Ma soprattutto è un messaggio al campionato, perché soltanto l’Inter può regalare questo scudetto.

    :(actionzone)
    IL TABELLINO
    Inter-Genoa 3-0


    Marcatori: 1’ Lukaku (I), Darmian (I), Sanchez (I)

    Assist: 1’ Lautaro (I), 24’ Lukaku (I)

    Inter: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Darmian (dal 39’ s.t. D’Ambrosio), Barella (dal 39’ s.t. Vidal), Brozovic (dal 31’ s.t. Gagliardini), Eriksen, Perisic (dal 39’ s.t. Young); Lukaku, Lautaro (dal 31’ s.t. Sanchez).

    Genoa: Perin; Zapata, Radovanovic (dal 1’ s.t.Onguenè’, Goldaniga; Ghiglione (dal 17’ s.t. Shomurodov), Melegoni (dal 26’ s.t. Portanova), Rovella, Strootman (dal 1’ s.t. Behrami), Czyborra; Scamacca (dal 17’ s.t. Pandev), Pjaca.

    Ammoniti: Zapata (G),  Strootman (G)

    Espulsi:

    Arbitro: Daniele Chiffi (della Sezione di Padova).
     

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