Soldi, stadi nuovi e grandi acquisti: anche la Turchia ha superato l'Italia
Una minaccia che arriva da Oriente, forte, reale, preoccupante. La Turchia sta diventando sempre di più la prima grande alternativa a Premier League, Bundesliga e Liga per i grandi giocatori, non solo quelli sulla via del tramonto. Merito degli investimenti giusti, al passo coi tempi, e dei tanti soldi che circolano, che calcisticamente parlando, hanno reso la Süper Lig uno dei campionati più ricchi d'Europa. La finestra di mercato appena chiusa è specchio di una crescita che non sembra avere fine. In estate sono sbarcati in Turchia giocatori del calbro di Krasic, Drenthe, Kuyt, Ibricic, Mouche, Cleyotn, Belluschi, Janko, Altintop altri hanno deciso di restare o tornare, come Yobo, Felipe Melo, Bobo, Amrabat o Burak Yilmaz, che ha preferito il Galatasaray alla Lazio. Anche club tradizionalmente di seconda fascia, come Bursaspor, Kayserisport o Antalyaspor garantiscono ingaggi fuori portata per i nostri club, alla ricerca perenne di uno sconto o di un'offerta di salario al ribasso.
La Turchia si trova all'undicesimo posto nel ranking Uefa, dietro all'Ucraina, ma è solo questione di tempo. Il calcio turco ha fatto un grande passo in avanti anche grazie alla costruzione di nuovi stadi e infrastrutture, tutto ciò nonostante il doppio fallimento della Tuchia nella corsa all'organizzazione di Euro 2012 ed Euro 2016. Solo ad Istanbul, in otto anni, sono stati costruiti lo Stadio Olimpico Ataturk (75 mila posti), dove il Milan ha perso la finale di Champions League del 2005 contro il Liverpool, e la Türk Telekom Arena (53 mila posti), casa del Galatasaray, un impianto cinque stelle Uefa. Nel 2009 è stato inaugurato il Kadir Has Stadyumu (33 mila posti), stadio di proprietà del Kayserispor, nel 2013 nascerà la Timsah Arema (44 mila posti), nuovo impianto del Bursaspor, soprannominato "stadio coccodrillo" . In Italia solo la Juventus ha saputo adattarsi ai tempi, gli altri club, complice una legge con infiniti cavilli, stanno guardare. Il calcio italiano faccia in fretta, o rischia di diventare sempre più periferia d'Europa.