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Social e videogame sono il vero pericolo per i calciatori, altro che il sesso
Selezionati 25 calciatori professionisti dei campionati brasiliani di seconda e terza divisione con un'età media 23 anni. Nel primo test i giocatori, due ore prima del fischio d’inizio, si rilassavano per mezz’ora davanti a un film, nel secondo smanettavano per 30 minuti su Facebook e Instagram, nel terzo erano liberi di sfidarsi a Fifa 2018 sulla Playstation. I risultati lasciano pochi dubbi. Rispetto a chi ha guardato il vecchio e caro film, i "social addicted" hanno sbagliato il 7.3% di passaggi in più, i giocatori di Fifa 2018 addirittura l’8,3%.
Peggio ancora è andata sul fronte dei tempi di reazione agli stimoli, critici in uno sport basato sul «decision making» immediato. Valutati col classico test di Stroop (vedi delle parole su un schermo, devi dire di che colore sono) i reduci dal film hanno risposto in media in 3 decimi, quelli che avevano usato i social o i giochini ci hanno messo il triplo: la differenza tra la reattività di Ronaldo e quello di un attaccante di serie C. La cosa interessante è che i parametri tradizionali della fatica (acido lattico in circolo, battito cardiaco) restano immutati nei tre gruppi di controllo: varia solo la fatica mentale.