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    Social e videogame sono il vero pericolo per i calciatori, altro che il sesso

    Social e videogame sono il vero pericolo per i calciatori, altro che il sesso

    Antonio Conte ha rivelato di raccomandare ai propri calciatori di evitare di fare sesso nei giorni prima delle partite, ma nessuno ha ancora dimostrato che ciò peggiori la prestazione sul campo. I veri pericoli per i calciatori sono altri. Come si legge sul Corriere della Sera, il Journal of Sport Science ha pubblicato uno studio del fisiologo brasiliano Leonardo De Sousa Fortes con la sua equipe di ricercatori nelle università di Peralba, Rio Grande e Maringà. Che ha scientificamente provato come mezz'ora trascorsa sui social network o sui videogiochi renda un giocatore sensibilmente meno reattivo e meno preciso in campo. Aumentando la quantità di adenosina (responsabile dello stress) e riducendo quella di dopamina (che regola il movimento) nella corteccia cingolata mandando in confusione il cervello, rallentando il processo decisionale e indebolendo la capacità di interpretare e anticipare i movimenti degli avversari. 

    Selezionati 25 calciatori professionisti dei campionati brasiliani di seconda e terza divisione con un'età media 23 anni. Nel primo test i giocatori, due ore prima del fischio d’inizio, si rilassavano per mezz’ora davanti a un film, nel secondo smanettavano per 30 minuti su Facebook e Instagram, nel terzo erano liberi di sfidarsi a Fifa 2018 sulla Playstation. I risultati lasciano pochi dubbi. Rispetto a chi ha guardato il vecchio e caro film, i "social addicted" hanno sbagliato il 7.3% di passaggi in più, i giocatori di Fifa 2018 addirittura l’8,3%. 

    Peggio ancora è andata sul fronte dei tempi di reazione agli stimoli, critici in uno sport basato sul «decision making» immediato. Valutati col classico test di Stroop (vedi delle parole su un schermo, devi dire di che colore sono) i reduci dal film hanno risposto in media in 3 decimi, quelli che avevano usato i social o i giochini ci hanno messo il triplo: la differenza tra la reattività di Ronaldo e quello di un attaccante di serie C. La cosa interessante è che i parametri tradizionali della fatica (acido lattico in circolo, battito cardiaco) restano immutati nei tre gruppi di controllo: varia solo la fatica mentale. 

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