Sneijder paga solo il 15% di tasse, la Turchia nuova El Dorado per i calciatori
Nel calcio come nella vita, le ambizioni non sono tutto. La storia insegna che in un trasferimento o in una trattativa per un rinnovo di contratto sono i soldoni a fare al differenza, il fattore euro che rende possibile anche l'impensabile. Per questo la scelta di Sneijder di vestire la maglia del Galatasaray, club prestigioso ma anni luce dietro all'Inter per tradizione e vittorie, non deve soprendere più di tanto. L'olandese dirà pubblicamente di aver considerato il progetto di Terim più dell'aspetto economico, ma al di là delle manfrine e delle frasi di rito che saremo costretti a sopportare, non c'è dubbio che sia stato l'ingaggio, anacronistico per il nostro calcio, a convincere l'ex giocatore di Real Madrid e Ajax a scegliere la Super Lig turca.
Sneijder all'Inter aveva uno stipendio di 6 milioni di euro, al lordo di quasi 12, nella nuova politica dell'Inter c'era la volontà di sparmarglielo fino al 2016 con opzione fino al 2017 per migliorare il bilancio. Lui ha detto no perchè con il Galatasaray andrà a guadagnare 4 milioni a stagione fino al 2016, oltre a un bonus di 25.000 € a partita e un forfait da 6 milioni. Un ingaggio monstre, che dipende molto dalla tassazione che vige in Turchia, solo il 15% sul netto (contro il 43% in Italia). Grazie a questo vantaggio fiscale il campionato turco ha potuto riportare in patria Mehmet Topal e Hamit Altıntop, finiti al Fenerbahçe e al Galatasaray, e si è arricchito con giocatori del calibro di Sow, Felipe Melo, Raul Meireles o Kuyt. I soldi non fanno la felicità, ma di certo aiutano.