Siviglia primo, vince la filosofia Monchi
MONCHI C'E' ANCORA - L'attuale direttore sportivo della Roma al'ombra del Ramon Sanchez Pizjuan non è solo un'icona, il deus ex machina del Siviglia, viene visto ancora come un punto di riferimento. Ovviamente non mette becco sulle scelte in entrata e in uscita, avendo un datore diverso da José Castro, ma la sua presenza si fa sentire, chi porta avanti le trattative non ha cambiato quel vademecum che negli ultimi anni ha portato al successo. Chi arriva in Andalusia non deve essere solo forte, deve è essere economicamente sostenibile e soprattutto funzionale al sistema. Un sistema studiato e basato sull’interazione di un gruppo di individui complementari, che puntano all'eccellenza. Anche quest'estate chi ha preso casa sotto la Giralda non aveva l'etichetta di campione cucita addosso, semmai quella di giovane promessa, di semisconosciuto o di giocatore a caccia del riscatto. Escluso Promes, autore di una stagione da urlo in Russia con lo Spartak, in pochi avrebbero investito milioni su Sergi Gomez, Amadou, Vaclik o lo stesso André Silva. Tra questi il Siviglia.
ROMA, HAI TEMPO? - La filosofia Monchi, insomma, resta vincente, bisogna solo da capire se è adattabile ad una piazza esigente e ambiziosa come Roma, capace di passare dall'esaltazione alla depressione in 24 ore. Anche in giallorosso c'è un giovane allenatore, che propone un calcio propositivo, al timone di una rosa formata da enfant prodige e giocatori a caccia di una seconda chance, non ci sono però i risultati, il vero motivo delle accuse a Monchi, finito (frettolosamente) sul banco degli imputati. Siamo proprio sicuri che scaricarlo sia la scelta giusta? Roma non è stata costruita in un giorno, nemmeno la As Roma può esserlo.