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Gigi Simoni e il Torino: prima 'gemello' di Meroni, poi allenatore con Mazzola
AL TORO DA GIOCATORE - Così come Meroni, anche Simoni era arrivato al Torino nell’estate del ’64: il presidente Orfeo Pianelli lo acquistò dal Mantova. E’ rimasto in granata fino all’estate del 1967, collezionando 99 presenze e 21 gol, 10 dei quali (suo record personale) messi a segno nel campionato 1964/1965. Nell’estate del ’67 fu poi ceduto alla Juventus, che in realtà avrebbe voluto acquistare l’altro Gigi, Meroni: dopo le veementi poteste dei tifosi granata (dalla Fiat le 127 uscivano mancanti di qualche pezzo e con i volantini “Agnelli, giù le mani dal Torino) Pianelli tenne la Farfalla Granata e sacrificò proprio Simoni.
AL TORO DA ALLENATORE - Ma la storia tra il Torino e Simoni non era ancora arrivata all’ultimo atto. Trentatré anni dopo, nel giugno del 2000, quell’ala ormai diventato allenatore, che solamente due anni prima aveva vinto la Coppa Uefa e sfiorato lo scudetto alla guida dell’Inter, divenne il tecnico del Torino appena retrocesso in serie B. A chiamarlo fu Sandro Mazzola, che era appena arrivato in granata come direttore sportivo e con Simoni aveva lavorato proprio all’Inter. Questa sua nuova avventura al Toro durò però solamente pochi mesi: a fine ottobre fu esonerato per via degli scarsi risultati. Nonostante questo il suo rapporto con la piazza granata è rimasto sempre ottimo, tanto da non essere mai considerato un avversario, neanche le volte in cui le sue squadre hanno giocato contro il Torino.