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Simeone: 'Napoli è magica, ora voglio il Mondiale. E non sono il figlio di...'
COME SI STA NEL NAPOLI? - "Si sta bene, con i piedi per terra. Questa cosa di essere lassù sia in campionato che in Champions fa venire solo una voglia di continuare così, consapevoli che questa è la strada giusta. Siamo tranquilli e l’idea di dover migliorare sempre ci dà ancora più forza".
LA SQUADRA - "Io e Jack siamo gli ultimi arrivati e abbiamo trovato un gruppo già molto solido e compatto, che ha mostrato di avere una grande voglia. E questa volontà è sempre la condizione base per poter raggiungere i risultati che abbiamo raggiunto in queste prime settimane. Poi, si sa, sono sempre i risultati che danno il valore alle cose".
LA SCELTA NAPOLI - "C’è stato qualcosa di speciale, quasi magico, fin dal primo momento in cui mi hanno parlato di Napoli. Ho sentito dentro di me delle vibrazioni positive, una voglia matta di indossare questa maglia. Ho avuto altre tentazioni questa estate ma quell’emozione che mi ha dato la parola Napoli non me l’ha data nessuno. C’è allegria a stare qui. E tutto questo mi dà una quotidiana forza. Sono una persona sensibile, percepisco energie positive, vivo captando quello che è positivo attorno a me e riesco a separarlo da ciò che è negativo. E Napoli mi ha dato subito una scossa: qui dovevo venire. Io credo nella forza dell’energia, il mondo e l’universo sono in movimento e noi tutti siamo persone che si muovono dentro queste vibrazioni avvertendo se sono o meno in sintonia con la cosa giusta da fare. Credo in quello che sto facendo. E il volere e il credere sono sempre più forti di ogni cosa. Ci sono tante squadre forti come il Napoli ma è la voglia che poi decide chi vince".
OSIMHEN E RASPADORI - "Di Osi è difficile copiare la sua velocità e la sua conclusione nella velocità: ha un tiro in corsa impareggiabile. E di Jack adoro la sua creatività, i suoi stop, i suoi tocchi, la sua eleganza. Io non mollo mai. Neppure per un secondo in un allenamento. Ogni giorno. Ho sempre lavorato per arrivare qua, chissà quali doti speciali uno pensa si debba avere: no, c’è il lavoro, solo quello".
LEADER - "Vedo tutti sulla stessa linea. Anguissa, Di Lorenzo sono favolosi, hanno doti che vengono da dentro. Ma anche di Meret apprezzi la sua personalità. La verità? Da noi nessuno è più di nessuno. Siamo tutti uguali".
ESULTANZE - "Non si pensa a nulla in quei momenti, è una sensazione. Come l’attimo prima di fare gol, non hai tempo per pensare. Durante quella corsa a San Siro e il bacio sul tatuaggio, mi sono lasciato andare, naturale, semplicemente. È la cosa più bella. Vivere il momento, il presente: non c’è nulla di più meraviglioso".
MARADONA - "Il Maradona è uno stadio pazzesco dove senti che sei forte. È un luogo che dà potenza ed è una forza che arriva dalla gente che sta sugli spalti. Da avversario, sulla mia pelle, ho visto quanto è dura: ti pesano di più le gambe, pensi che sei meno di quello che sei. C’è energia nell’aria. E poi quando senti la canzone della Mano de dios anche io mi metto a cantarla. E non solo perché Rodrigo Bueno è uno che ascolto sempre. In Argentina quel tipo di musica, il cuarteto, piace a tutti: è un ritmo che abbiamo nel sangue".
MURALES - "Presto ci andrò. Intanto ci è andata mia moglie Giulia e si è commossa, dice che un luogo fantastico".
FIGLIO DI... - "È stato più difficile, più pesante. All’inizio ti indicano sempre come il figlio di... ne avverti il peso, l’ombra di tuo padre che ha fatto sempre di più, gli occhi addosso delle persone che alludono a chissà che favori. Per arrivare qui, ci vuole il doppio del valore, e questo vale per tutti i ragazzi che hanno il papà che fa il proprio mestiere. Mio padre mi scrive messaggi ogni giorno ma una volta mi lasciò un biglietto in cui c’era scritto 'innamorati del gol, è la cosa più bella'. Ma lui non è il mio mister, è mio padre. E le sue telefonate, i suoi consigli sono per la vita di tutti i giorni, sono le parole dette a un figlio. Non sono le frasi di un allenatore, non sono suggerimenti tecnici. Parliamo delle nostre vite, lui a Madrid, io ora a Napoli".
ALLENATORI - "Appena arrivato in Italia al Genoa ho trovato Juric che è stato molto importante. Ma anche Di Francesco mi ha aiutato: attaccavo la profondità e davo poco una mano nel gioco. E c’è Tudor che mi ha fatto crescere dandomi equilibrio".
NAPOLI-TORINO - "È una sfida da temere, tosta perché le sue squadre giocano uomo su uomo e a tutto campo, mettono sempre in difficoltà ogni avversario con la pressione costante. Cercheranno di vincerla. Come faremo noi".
L'ATTACCANTE PIÙ FORTE IN SERIE A - "Immobile. Vedo i movimenti di Ciro e ne resto incantato: ha una facilità a trovare gli spazi per fare gol o andare al tiro uniche".
TRIPLETTA AL NAPOLI - "Quel pomeriggio fu anche la mia prima tripletta. Per il Napoli che inseguiva lo scudetto fu una giornata triste. Io ricordo che nella mia testa, dopo quelle reti, c’era solo la partita dopo, che giocammo con la Roma. Sa perché? Puoi fare bene ma se poi la volta dopo fai male, tutti si sono già scordati".
SPALLETTI - "È una persona che studia ogni cosa di un giocatore, sia come persona che come calciatore. Guarda ogni movimento che fai, è attento: lui lavora per metterti sempre nelle condizioni di poter dare il massimo in ogni momento. Non pensa al singolo, lui pensa alla squadra, a quello che il singolo può dare alla squadra. Che è la cosa che conta di più"
CHOLITO - "Mi piace essere chiamato così. All’inizio era evidente il riferimento al mio papà. Ma ora il Cholito sono io, non sono solo il figlio del Cholo quando vado in campo e gioco".
SCUDETTO - "Il Napoli può continuare a fare quello che sta facendo adesso, vivere ogni giorno al massimo. Tanto si gioca ogni tre giorni, il tempo per sognare è sempre poco".
MONDIALE - "Vorrei tanto... da un anno non vengo convocato eppure ho fatto 17 gol in serie A. Spero che ci sia spazio per me".
GOL ALL'ATLETICO - "Io sono tifoso dell’Atletico e di mio padre. Già se gioco nei quarti di finale sarei felice... se poi faccio gol, lo sarò ancora di più".