Simeone jr: 'Sogno la Champions e diventerò più forte di papà'
Il campo finora ha dimostrato che i mezzi per emergere non gli mancano.
Mezzi fisici e tecnici, ma anche mentali, affinati grazie ad alcuni trucchetti: “Il mio segreto - rivela - si chiama 'Brain training', una specie di videogioco che aiuta a migliorare attenzione e rapidità di pensiero. Prima della partita mi metto lì mezz’ora e da quando l’ho scoperto sono un altro giocatore. E poi in campo io metto sempre la 'garra', quel misto di determinazione, cocciutaggine e rabbia tipica di noi argentini”.
Nato a Buenos Aires ed arrivato in Italia quest'estate dopo aver debuttato nel campionato argentino con le maglie di River Plate e Banfield, Simeone in realtà conosce già molto bene il nostro paese, avendolo girato molto da bambino, quando il padre dettava legge su campi della Serie A: “Ho ricordi di Milano, la scuola cattolica. A Roma ero più grandicello, vivevamo all’Olgiata. Su Facebook ho ritrovato gli amici di allora. Uno di loro, Emanuele, è morto qualche tempo fa: oggi gioco anche per lui”.
Pur essendo arrivato da poco Giovanni ha già avuto modo di affezionarsi alla sua nuova città: “La nonna di mia mamma – ha svelato - era ligure. Infatti la pasta al pesto la mangiavo già quando vivevo in Argentina. Per me è stato un po' come tornare a casa. Adoro Genova, vivo ad Arenzano. Questo è un posto magnifico: la città vecchia, Portofino, Boccadasse. E poi mi hanno parlato molto di De André, presentandomelo come un grandissimo cantautore, una specie di poeta, che nelle sue canzoni raccontava la gente semplice. E come un tifoso del Genoa".
Infine quando gli si chiede quale sia il suo prossimo obiettivo professionale non ha dubbi nel rispondere: “Giocare nella Seleciòn deve essere una magia unica, ma io scelgo la Champions: a 14 anni mi sono tatuato il logo sul braccio. E papà si arrabbiò moltissimo...”