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    Simeone ha quell'anima che Agnelli chiede alla Juve: ecco perché lo voleva

    Simeone ha quell'anima che Agnelli chiede alla Juve: ecco perché lo voleva

    • Nicola Balice, inviato a Madrid
    Quello che è riuscito a fare Diego Simeone con l'Atletico Madrid è un qualcosa difficilmente replicabile. Non si tratta di un exploit, ma di una realtà che negli anni è riuscita ad inserirsi stabilmente nella diarchia spagnola Real-Barcellona, riuscendo sempre o quasi a farsi valere in ambito europeo. Scivolato in Europa League, si è rialzato vincendola. In precedenza anche due finali di Champions, sfumate davvero all'ultimo centimetro. Il tutto costruendo anno dopo anno una squadra capace di diventare unica nel suo genere, a immagine e somiglianza del suo allenatore. La partita di ieri sera contro la Juve è solo l'ultima di una lunga serie di capolavori dell'Atletico di Simeone, per cuore, coraggio, tenacia. E anche qualità. Tanto che a conti fatti il 2-0 alla fine può addirittura stare molto stretto all'Atletico.

    PALLINO DI AGNELLI – Il tutto sotto gli occhi di Andrea Agnelli, che da sempre resta un grande estimatore di Simeone. Non a caso quando nei primi mesi del 2017 si era fatta decisamente concreta l'ipotesi di un post-Allegri da delineare, il profilo preferito dal presidente bianconero era stato identificato proprio in quello del Cholo. Diverse le preferenze di Fabio Paratici e Beppe Marotta, alla fine tutti sono stati d'accordo nel capire che Allegri restasse la migliore scelta possibile per la loro Juve. A tal punto da “perdonare” anche quella fede interista che accompagna Simeone ancora oggi, o quantomeno la visione italiana del tecnico argentino. E a vedere il dominio tecnico ed emotivo del Wanda Metropolitano, l'opinione su Simeone non può che essere stata rafforzata. Certo, non una splendida immagine quella dell'esultanza dopo il primo gol: ma in fondo lì c'era tutto quello che la Juve non ha avuto ieri sera, tutto quello che forse ancora serve per puntare davvero alla Champions.

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