Silvia Romano accusa la Onlus: 'Lasciata sola, unica bianca e senza scorta'. La replica: 'Era controllata'
Messe da parte le polemiche alimentate dalla politica sulla liberazione e il rientro in Italia di Silvia Romano dopo un anno e mezzo nelle mani dei terroristi di Al Shabaab, si apre un altro fronte, molto più importante, quello sulle presunte responsabilità della Onlus Africa Milele di Fano, per la quale lavorava la cooperante milanese.
LE ACCUSE DI SILVIA - L'accusa di Silvia è di essere stata lasciata sola nella scuola di Chakama: unica bianca nella comunità, nessun collaboratore e soprattutto nessun agente di scorta che potesse proteggerla. Una condizione troppo invitante per i rapitori, una serie di aspetti sui quali i genitori vogliono vederci chiaro. Secondo quanto riferisce Il Corriere della Sera, la Procura di Roma ha intenzione di riaparire il Fascicolo in mano al ministero degli Esteri e accertare in maniera esaustiva come si siano svolti i fatti.
LA REPLICA - Ad essere chiamata in causa è così Lilian Sora, referente per Silvia Romano di Africa Milele, che dal canto suo si difende e rimanda al mittente ogni accusa: "Era controllata. Silvia non è stata mandata da sola a Chakama: è partita con due volontari e ad aspettarli c’era il mio compagno con un altro addetto alla sicurezza, entrambi masai". Poi, in circostanze da chiarire, i due ragazzi non fecero rientro a Malindi il 19 novembre (2018) - come preventivato - lasciando Silvia da sola il 20, il giorno del suo rapimento. "Qualcuno la spiava", è la supposizione di Lilian.
LE ACCUSE DI SILVIA - L'accusa di Silvia è di essere stata lasciata sola nella scuola di Chakama: unica bianca nella comunità, nessun collaboratore e soprattutto nessun agente di scorta che potesse proteggerla. Una condizione troppo invitante per i rapitori, una serie di aspetti sui quali i genitori vogliono vederci chiaro. Secondo quanto riferisce Il Corriere della Sera, la Procura di Roma ha intenzione di riaparire il Fascicolo in mano al ministero degli Esteri e accertare in maniera esaustiva come si siano svolti i fatti.
LA REPLICA - Ad essere chiamata in causa è così Lilian Sora, referente per Silvia Romano di Africa Milele, che dal canto suo si difende e rimanda al mittente ogni accusa: "Era controllata. Silvia non è stata mandata da sola a Chakama: è partita con due volontari e ad aspettarli c’era il mio compagno con un altro addetto alla sicurezza, entrambi masai". Poi, in circostanze da chiarire, i due ragazzi non fecero rientro a Malindi il 19 novembre (2018) - come preventivato - lasciando Silvia da sola il 20, il giorno del suo rapimento. "Qualcuno la spiava", è la supposizione di Lilian.