Signori: 'Scommetto solo in tabaccheria, dissi no a combine su Inter-Lecce'
"Io ho scommesso al massimo 3-400 euro in tabaccheria". E' quanto avrebbe avrebbe dichiarato Beppe Signori nell'interrogatorio davanti al gip di Cremona Guido Salvini. Signori avrebbe negato ogni addebito confermando solo di avere scritto su un foglietto la proposta fattagli il 15 marzo scorso da Massimo Erodiani e Antonio Bellavista durante l'incontro nello studio dei suoi commercialisti. Signori ha anche precisato di aver conosciuto i due per la prima volta in quella occasione: "Io non c'entro nulla. Non ho fatto nulla, non ho mai scommesso, non ho mai partecipato a riunioni per manipolare le partite, non conosco Erodiani e Bellavista, non ho mai visto gli assegni che avete sequestrato".
Al termine dell'interrogatorio del suo assistito presso la Procura di Cremona nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse, parla Silvio Caroli, il legale di Beppe Signori: "Signori ha risposto con un secco no alla proposta di taroccare Inter-Lecce del 15 marzo scorso". Nell'interrogatorio - ha detto Caroli- si è parlato solo di Inter-Lecce del 20 marzo scorso. Signori è stato invitato nello studio del commercialista Manlio Bruni (il quale sostiene che l'ex azzurro sapesse delle combine), ma non sapeva chi fossero le altre persone presenti e non conosceva lo scopo dell'invito». E soprattutto Signori ha detto no alle combine. Quando gli fu prospettata la possibilità di «giocare» la partita Inter-Lecce, in un incontro nello studio del suo commercialista il 15 marzo scorso, venne un «secco no» ribadisce il suo legale. All'incontro aveva trovato il calciatore Antonio Bellavista e il titolare di agenzie di scommesse Massimo Erodiani i quali gli avrebbero proposto di finanziare un affare, cioè, per l'appunto, la combine di Inter-Lecce. «Da Signori venne immediatamente un secco no» e, in quell'incontro, non si sarebbero fatti i nomi di giocatori «perchè non si sapeva se ce ne sarebbero stati di addomesticabili». Parole e spiegazioni che non hanno affatto soddisfatto gli inquirenti, sempre più convinti dopo gli interrogatori dei due commercialisti Giannone e Bruni (i titolari dello studio dove secondo l'accusa avvenivano le riunioni per preparare le combine) che sia proprio attorno a Beppe che ruotava il giro bolognese.