Sienamania:| Pensare solo al campo
Tre punti per sperare nel miracolo sportivo, per continuare a credere in quella che oggi più che mai sarebbe un'impresa. Tre punti utili più che altro a dare un segnale al campionato, fondamentali per far capire che il Siena, sportivamente parlando, è ancora vivo e che tenterà di lottare fino alla fine. Una vittoria che soddisfa anche per come è venuta, al termine di una prestazione non brillante ma certamente positiva, energica, vogliosa. Degna di un gruppo che dopo sei ko consecutivi è stato capace di non sbandare, di non perdere la testa, di non darsi per vinto. Una vittoria che però allo stesso tempo paradossalmente aumenta la lunga lista dei rimpianti, dall'eterno tormentone legato alla classifica senza handicap (che vedrebbe in bianconeri in piena corsa se non addirittura salvi in questo momento), ai punti persi per strada a causa di leggerezze, di piccoli errori, di sbavature.
In fondo la prestazione contro la Sampdoria non è stata poi così diversa da quelle fornite dall'inizio dell'era Iachini. La differenza è che nel calcio quando riesci a non subire gol (anzi eviti di regalarne) allora forse alla fine qualche punto può essere fatto anche in condizioni difficili, in pieno via vai da mercato di gennaio e con il pesante fardello mentale degli errori causati la sconfitta a Torino. È ovvio che una rondine non può fare primavera, e che la luce in fondo al tunnel è ancora molto, molto lontana. Ma almeno adesso c'è la certezza che un timido bagliore si riesce a vedere. Per aumentare di settimana in settimana la consapevolezza che almeno lottare fino alla fine è possibile occorrerà giocare e crederci in ogni gara, contro ogni avversario.
Questa lezione la insegna perfettamente la Sampdoria, timida, contratta, addirittura orribile a tratti nel ko del 'Franchi', ma capace due settimane prima di sconfiggere la Juventus a domicilio, dopo essere andata sotto e aver giocato sessanta minuti in dieci uomini. Davanti al Siena non se la passano benissimo le altre, con il Genoa e il Palermo in crisi di identità e il Pescara ridimensionato da due sconfitte consecutive. Ennesimo motivo in più per non mollare adesso e pensare solo al campo, estraniandosi il più possibile da quello che succede, o non succede, fuori.